CIVITAVECCHIA – “Si è creata una aspettativa su un provvedimento che non possiamo emanare” – Questo è quanto emerso stamani nel corso della conferenza stampa indetta dall’Autorità di Sistema sul tema della gestione delle banchine portuali interessate dal traffico refeer dei container di frutta da parte dell’operatore Cfft (Civitavecchia Fruit Forest Terminal). A parlare sono stati i vertici dell’Amministrazione portuale, il presidente Francesco Maria di Majo e il segretario generale Roberta Macii, intervenuti a chiarire punti di vista e attese sulla gestione delle banchine.
“Non si possono dare certezze generalizzate” – ha specificato il presidente Di Majo – “si decide di volta in volta, cercheremo di fare tutti gli sforzi possibili affinchè ogni nave possa essere accolta, come abbiamo fatto fino ad oggi“. Permane pertanto invariata la situazione a Civitavecchia. Non è valutabile la richiesta dell’operatore in merito alla certezza di poter sbarcare i contenitori refrigerati sulla banchina 25 sud e, solo in via occasionale, ovvero quando questa banchina è occupata da una nave da crociera, sulla banchina 24. Qualora la richiesta fosse accolta “equivarrebbe ad una concessione della banchina” e come tale pertanto richiederebbe percorsi amministrativi diversi, chiariscono i vertici dell’ente.
Continua quindi a salire la temperatura sulle banchine portuali, dove si minacciano altri scioperi, oltre a quello del 6 e 7 novembre e, dove stamani le operazioni sulla nave Maersk si sono fermate per il presidio dei lavoratori di Cfft difronte alla sede dell’Authority. Senza questa certezza, lamentano gli operatori portuali, si concretizza il rischio che la società Cfft decida di lasciare il porto laziale, mettendo a rischio di perdita di lavoro circa 150 lavoratori, coinvolgendo anche le aziende dell’indotto.
La questione vede in ballo lo sviluppo dei traffici da parte di Cfft, operatore belga con base ad Anversa, che su Civitavecchia gestisce il traffico di container dell’agroalimentare attraverso il Terminal refeer. Sulla vicenda grava inoltre la vertenza aperta dal Terminalista dei container RTC (RomaTerminal Container) – società dell’armatore MSC e gestore della banchina 24 – nei confronti di Cfft.
“Abbiamo convocato questa conferenza stampa dopo aver letto sui giornali notizie non corrette” – chiarisce in apertura il presidente Di Majo. “Vogliamo dare quindi una informazione per spiegare bene come l’Amministrazione intende operare nei confronti della situazione del porto di Civitavecchia”. A ribadire la posizione interviene anche il segretario generale dell’ente: “Difficile tradurre in un linguaggio di comunicazione degli atti amministrativi”- spiega Macii- “Non dobbiamo emanare questa ordinanza, si tratta di un provvedimento che non dobbiamo emanare, per una autorizzazione su una banchina pubblica” – la 25 sud – “Oggi abbiamo fatto tutto quello che era possibile per far operare Cfft, ma non è un atto amministrativo che può modificare questo assetto” .
L’Interporto
La conferenza stampa è proseguita poi con la storia della realizzazione del nuovo Terminal container e dell’Interporto di Civitavecchia, infrastrutture complementari al momento della nascita, che successivamente hanno seguito invece uno sviluppo diverso. “L’interporto di Civitavecchia fu costruito nel 2004-2006” – spiega Di Majo – “quasi in contemporanea alla realizzazione del Terminal container che, in relazione all’infrastruttura interportuale, fu delocalizzato dalle banchine 15 e 16 dove si trovava, alla banchina 24 creando un potenziamento dell’infrastrutura dove è attualmente”.
“Si tratta pertanto di due infrastrutture pubbliche, entrambe finanziate interamente dal denaro pubblico e costate decine e decine di milioni di euro”. La storia poi è nota: l’Interporto negli anni successivi non riesce ad avere lo sviluppo previsto, e rimane fermo 8-9 anni: “non avevendo avuto lo sviluppo in sinergia con il Terminal Container, sinergia che ci doveva essere tra le due infrastrutture ma che non cì’è mai stata”- specifica – pertanto l’infrastruttura fallisce fino ad avere nuova vita con l’ingresso in scena del nuovo proprietario, l’operatore di Anversa Rfft, aggiudicatario dell’asta fallimentare.
L’accordo commerciale RTC-Cfft
Ruolo dell’Autorità di Sistema spiega Di Majo è quello “promuovere, in tempi brevi, un accordo tra i due operatori” – “per un coinvolgimento nel rapporto tra porto e interporto in modo tale che tutti possano trarne beneficio”. Ma soprattutto i termini dell’accordo riguarderanno l’utilizzo della banchina 24, sulla quale pende il contenzioso. La società belga a tal fine dovrà quantificare il traffico di container di merce dry, non refeer, “per capire se siamo all’interno del concetto di occasionalità” e questo sarà un tema su cui solo il terminalista della frutta può dare una risposta” – conclude Di Majo– “proprio su questo argomento grava il contenzioso tra RCT e Rfft“.
Domani l’incontro per l’accordo: Quali saranno i termini dell’accordo, qualora questo fosse possibile, sarà pertanto il tema dell’attesissimo incontro di domani, annunciato da Di Majo, che si terrà a Molo Vespucci tra i referenti di RTC (che scenderanno appositamente dalla Svizzera) ed i rappresentanti di Cfft.
Intanto non si sono fatte attendere le reazioni degli operatori portuali: “Ad oggi non ci è data nessuna certezza per le garanzie che abbiamo richiesto“- ha dichiarato Enrico Luciani, presidente della Compagnia portuali (Cpc) “Come lavoratori stiamo ragionando con i sindacati per bloccare il porto” – “Manca qualche interlocutore, mi auguro che Zingaretti o il ministro De Micheli intervengano“- “Ci rendiamo conto delle dinamiche, delle leggi, ma non si può mandare via il lavoro in una situazione come questa con il rischio che si perdano centinaia di posti di lavoro”.
Lucia Nappi