Con il nuovo terminal Montesyndial il porto di Venezia si prepara a raddoppiare i container

Obiettivi sfidanti per il nuovo terminal container di Marghera, che potrà movimentare fino a 1 milione di teu
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VENEZIA MARGHERA – Nei giorni scorsi a Porto Marghera una cerimonia ufficiale ha sottolineato l’avvio dei lavori del progetto per la realizzazione del nuovo terminal container Montesyndial. Si tratta del primo stralcio dei lavori, per un valore complessivo di 189 milioni di euro, che sarà completato nel 2026. Mentre per il quadro economico complessivo l’ammontare globale del progetto è di 428 milioni di euro, attualmente finanziati in misura parziale.

 

Taglio del nastro
Il taglio del nastro per l’avvio dei lavori-primo stralcio- del nuovo terminal container Montesyndial

 

Il terminal sorgerà su una area industriale dismessa per una superficie totale di 90 ettari e potrà disporre di un fronte di banchina continuo di circa 1600 metri idoneo per le navi di classe Panamax. L’amministrazione affida al progetto del nuovo terminal obiettivi fortemente sfidanti, mirando al raddoppio degli attuali traffici di container dello scalo.

Lo  ha detto chiaramente, durante la cerimonia il presidente dell’AdSP MAS e commissario straordinario dell’opera, Fulvio Lino Di Blasio, si tratta di “una delle opere infrastrutturali più importanti e attese per la portualità veneta e per il tessuto produttivo di tutto il Nordest” – “Qui sorgerà un hub intermodale, perfettamente integrato con i corridoi ferroviari europei, capace di gestire fino a 1 milione di teu, moltiplicando gli attuali traffici di contenitori, settore ad alto valore aggiunto, e contribuendo a rilanciare i nostri porti attraendo investimenti da parte degli operatori, sia tra quelli storicamente insediati a Venezia sia tra nuovi soggetti internazionali”.

Una sfida per il porto di Venezia Marghera che ha chiuso il 2022 con 533.991 teu movimentati, il 2023 a causa della congiuntura internazionale è stato chiuso con una 491.118 teu. E il primo trimestre del 2024 con 112.189 teu, –12,9% rispetto ai primi tre mesi del 2023 e su base annua -8.6%, trend di flessione diffuso in tutti i porti nazionali a causa della crisi in Mar Rosso.

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Il progetto del terminal 

Inizialmente il progetto era nato come componente onshore di un progettazione più vasta che prevedeva anche un terminal offshore. Mentre oggi il progetto del terminal è completamente autonomo e affidato alla gestione commissariale , suddiviso in tre stralci, oltre al primo stralcio, si prevede di realizzare un secondo stralcio caratterizzato da una piattaforma intermodale dotata di doppio fascio ferroviario che collegherà l’infrastruttura alla rete ferroviaria nazionale e un terzo stralcio comprendente zone di stoccaggio dei container, viabilità e impiantistica di servizio.

La consegna delle aree per l’esecuzione del primo stralcio dei lavori, dal valore complessivo di 189 milioni di euro, è avvenuta lo scorso marzo da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale alla cordata d’imprese – composta da Fincantieri Infrastructure Opere Marittime Spa, in qualità di mandataria con una quota pari al 41,56%, Trevi Spa con il 22,02%, C.G.X. Costruzioni Generali Xodo Srl con il 21,92% e Zeta srl con il 14,50% – che si è aggiudicata l’appalto del primo stralcio.

Le aziende hanno avviato l’opera di infrastrutturazione di una superficie di circa 8,5 ettari comprendente: la realizzazione della banchina e di una fascia di piazzale retrostante larga 50 metri, l’arretramento di 35 metri dell’attuale sponda del canale per ottenere una larghezza finale dello stesso pari a 190 metri, gli escavi del tratto di Canale Industriale Ovest antistante il terminal fino alla quota di -12 metri prevista dal Piano Regolatore Portuale e dal progetto.

 

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