Corsini (AdSP Livorno): Recovery Fund, progettazioni in tempi brevi o niente fondi – Video intervista

Stefano Corsini

Corsini, presidente dell’AdSP MTS, Recovery Fund: «Spendere i soldi entro il 2026, dopo aver consegnato la progettazione nel 2023. Sono tre anni i nostri tempi medi sono superiori, bisogna trovare una soluzione per rispondere alle richieste dell’Europa»

Lucia Nappi

LIVORNO – Il cluster del sistema portuale di Livorno si è incontrato nella cornice della Fortezza Vecchia, su invito dell’Autorità di Sistema Portuale, per parlare di finanziamenti in vista del Recovery Plan, il piano nazionale che il governo dovrà presentare entro la metà di ottobre all’Unione Europea per poter accedere ai fondi del Recovery Fund.
L’Italia, insieme alla Spagna, è tra gli Stati dell’UE che potrà beneficiare dell’importo maggiore di finanziamenti, i 209 miliardi, del Fondo con cui l’Europa intende “rimettere in piedi” l’Unione per assicurare un futuro agli Stati nella difficile crisi del dopo pandemia.

Un’incontro per gli operatori marittimi, terminalistici e portuali, accolti dal presidente del’Authority Stefano Corsini, che ha visto l’interlocuzione con le banche per le quali sono intervenuti:  Guglielmo Calabresi responsabile sviluppo infrastrutture area finanziaria  di Cassa Depositi e Prestiti, Santiago Larregola responsabile finanziamento porti BEI,  intervenuto da remoto. Inoltre sono intervenuti  Giuseppe Surdi del Gruppo Ricerche Industriali e Finanziari (GRIF)  e il sindaco della città Luca Salvetti.

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«Un’iniziativa volta anche ad informare e fare cultura di settore» ha spiegato a margine dell’iniziativa il presidente dell’AdSP, Stefano Corsini, ai microfoni di Corriere marittimo – VAI AL VIDEO in modo che gli imprenditori locali, oggi sono presenti anche le grandi imprese, abbiano la sensibilità sul tema e possano essere attratte da una progettazione che li veda partecipi, anche utilizzando il finanziamento dal sistema bancario».

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Presidente Corsini, cosa è emerso dall’incontro?
«Le opere infrastrutturali oggi devono avere necessariamente una partecipazione dei privati. E’ uno degli elementi fondamentali richiesti sia dalla normativa nazionale che dalle linee guida internazionali, anche quelle che fanno capo al Recovery Fund, uscite ieri, che fanno sì che da oggi si possa iniziare, davvero, a rendere operative le idee per proporre e finanziare le infrastrutture o, altre iniziative, con queste risorse che vengono dall’Europa».

Cosa è emerso?
«C’è bisogno di restringere i tempi di progettazioni e di affidamento degli incarichi perché senza progetti approvati non si accede ai finanziamenti nazionali ed internazionali».

La tempistica?
«In questi tre anni abbiamo fatto una grossa attività di costruzione di progetti. Abbiamo avuto 3,2 milioni dal MIT sull’articolo 202 del Codice Contratti per la progettazione delle opere e, abbiamoadesso tante cose da poter fare presto. Per poterle fare presto e, per rispondere ai requirements del Recovery Fund, è necessario fare ulteriori interventi normativi, oltre al recente Dl Semplificazioni, che consentano di poter rispondere ai requirements e ai tempi di realizzazione che prevedere il Recovery Fund, ovvero di spendere i soldi entro il 2026, dopo aver consegnato la progettazione nel 2023. Sono tre anni i nostri tempi medi sono superiori, bisogna trovare una soluzione per rispondere alle richieste dell’Europa».

Progetti che abbiano un cofinanziamento dei privati come requisito richiesto dall’UE
«E’ un aspetto su cui insisto da tre anni, in Italia non è molto sentito. Ma dà sicurezza alla parte pubblica dell’interesse di chi partecipa all’iniziativa, interesse che si estende anche al periodo di gestione delle opere realizzate. Elemento strutturale di un progetto che possa essere valutato positivamente. Anche i criteri di valutazione delle normative nazionali lo prevedono, perchè pubblico e privato possano realizzare insieme un‘opera più efficiente in tempi più ridotti.

Le Banche, oggi erano presenti i rappresentanti della BEI di Cassa Depositi e Prestiti, stanno lavorando su questa linea. Il sistema del credito è disponibile a sostenere buone iniziative dei privati, a volte con garanzie del pubblico, se ci sono le condizioni».

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