Sostituzione flotte «quella misura la realizzaremo» annuncia la ministra alle Infrastrutture, Paola De Micheli – «Anzi rispetto ai tempi del Recovery, avvieremo la realizzazione anche prima».
Lucia Nappi
LIVORNRO – «Sui temi della Logistica solo nel Recovery plan ci saranno più di 3 miliardi e 300 milioni destinati, fra cui anche misure per l’autotrasporto per oltre 370 milioni. Mancheranno le misure per la sostituzione delle flotte, che noi avevamo chiesto, ma abbiamo già pronta la misura con risorse nazionali e quindi quel piano di incentivo alla sostituzione delle flotte lo faremo comunque. Anche se non si dovesse vedere nel Recovery plan, perchè questa è una decisione che è presa». Queste le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, intervenendo in modalità digitale alla conferenza stampa sul “Dibattito pubblico sulla nuova Diga foranea del Porto di Genova” tenuta dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
«E’evidente » – ha continuato De Micheli – «che a fronte di tutte le risorse che ci sono nella legislazione vigente, solo nelle ultime due leggi di Stabilità sono stati assegnati ulteriori 12 miliardi per il Fondo Infrastrutture 2020-2021, quella misura noi la realizzaremo. Anzi rispetto ai tempi del Recovery, avvieremo la realizzazione anche prima».
Sul tema poche ore prima il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, aveva lanciato un appello al governo a fronte dell’ultima bozza del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) «Un errore fatale» – specificava Messina- «la cancellazione dell’investimento pubblico di 2 miliardi di euro per rinnovare le flotte nel corto e nel lungo raggio, che già nel precedente documento era stato ridimensionato in 670 milioni» «a fronte di un allargamento della platea dei beneficiari a navi da crociera e a ben 60 mezzi delle Capitanerie di Porto».
«Viene sprecata un’occasione storica di rinnovare la flotta italiana di navi traghetto, di renderla efficace ed efficiente rispetto alle esigenze di rilancio dell’economia nazionale, e di farne una punta di diamante nel quadro della nuova sostenibilità ambientale rendendo la flotta italiana sempre più compatibile con le nuove norme europee che anticipano al 2030 i limiti alle emissioni originariamente previsti per scadenze molto più lontane».