Shanghai – Ci sono oltre 700 navi in attesa fuori del porto di Shanghai, ma altre si stanno accumulando, tanto che che non è facile neppure prevederne il numero nei prossimi giorni e settimane.
Una parte di questo navi viene operato dal porto, sebbene con grande lentezza, poichè tutti i tempi delle operatività sono si sono allungati. Il 22 aprile Maersk, vettore marittimo numero due al mondo, ha diffuso una nota in cui aggiornava sullo stato operativo dei terminal, descrivendo un situazione migliorata negli ultimi giorni e specificando «i terminal di Shanghai funzionano in modo “relativamente normale”, così come le attività di ingresso e uscita ai gate e le operazioni di movimentazione delle navi e nei terminal». E ancora per il settore reefer e merci pericolose: «i terminal stanno lavorando duramente per liberare più spazio per i reefer e le merci pericolose ottimizzando i layout interni, la situazione è migliorata negli ultimi giorni» – Il lineer ha concluso facendo sapere «prevediamo di riprendere a breve le prenotazioni di merci refrigerate e merci pericolose per Shanghai».
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Una situazione operativa portuale quella di Shanghai rallentata frutto del lockdown verificatosi in Cina e generato dalla politica “zero covid” del governo, che si basa su forti restrizioni a fronte di numeri di un contagio esiguo, anche se viene da pensare i che i numeri reali del contagio possano essere diversi.
Probabilmente il peggiore lockdow dai tempi di quello iniziale di Wuhan per la congestione logistica. In primo piano i traffici marittimi, situazione inevitabile dal momento che il porto di Shanghai è tra i più importanti al mondo, e primo per la movimentazione di container. La Shanghai International Port Group (SIPG) la società pubblica che movimenta l’intero traffico containerizzato del porto di Shanghai, la scorsa settimana dichiarava: «la situazione di prevenzione e controllo dell’epidemia è in una fase critica» – La mancanza di forza lavoro a causa dei contagi fa sì che «tutti i dipendenti SIPG lavorino giorno e notte, implementando rigorosamente i vari requisiti di prevenzione e controllo del contagio».
Un blocco sulle banchine e nelle acque antistanti il porto che si estende anche a tutta la logistica di terra, perchè le navi una volta arrivate rimangono in attesa fuori dallo scalo, ieri oltre 700, non riescono ad entrare per scaricare la merce, quindi non riescono a ripartire, impiegano molto tempo per fare operazioni che richiederebbero tempistiche molto inferiori.
Un meccanismo che ricade anche sul sistema terrestre provocandone il blocco, a questo si aggiunge il lockdown delle fabbriche, la mancanza di manodopera degli autotrasportatori su gomma, e degli operatori portuali. Quello che si sta creando, è un sistema che sta bloccando la supply chain cinese e di riflesso ricade poi sul resto del mondo, perchè tra importazioni ed esportazioni tutto il mondo si confronta con quanto avviene in Cina.