Roma – Da venerdì 15 ottobre green pass obbligatori su tutti i luoghi di lavoro, per lavoratori pubblici e privati e autonomi. L’obbligo riguarda anche i fornitori, collaboratori, colf e badanti, volontari e resterà in vigore almeno fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. Il premier Draghi – oggi pomeriggio – ha firmato il DPCM per le linee guida della pubblica amministrazionee dal Garante della privacy è arrivato il via libera per le modalità di verifica al certificato anche per il settore privato.
I controlli a carico del datore di lavoro è uno dei temi più delicati. In arrivo un portale telematico simile a quello delle scuole, che consentirà di incrociare il codice fiscale del lavoratore con la banca dati dei pass, senza raccogliere dati sensibili, il codice QR inoltre non potrà essere conservato. In alternativa c’è l’app “Verifica C19” per svolgere controlli a tappeto o a campione, preferibilmente all’ingressoma senza causare assembramenti o ritardi.
Per ragioni organizzative, inoltre, la verifica può essere richiesta in anticipo non oltre le 48 ore. Le linee guida della Pubblica Amministrazione dicono che lo smart working non potrà essere una alternativa, mentre si chiede uno sforzo per ampliare le fasce di ingresso e uscita dal lavoro.
Resta il fatto che più di 3 milioni di lavoratori non vaccinati dovranno fare il tampone ogni 48 ore, ma laboratori e farmacie hanno già liste di attesa lunghissime e il timore è che alcuni settori da venerdì si trovino a corto di personale.
A rischio i porti
Ieri il Viminale in una lettera inviata alle prefetture ha chiesto di sollecitare i terminalisti dei porti italiani affinché «valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigienici rapidi gratuiti».
La denuncia di Assiterminal
Oggi la risposta di Assiterminal, Associazione italiana Port & Terminal Operators, in una comunicazione a firma del presidente Luca Becce, indirizzata ai ministeri delgli Interni, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in relazione al decreto-legge n. 127 del 21 settembre scorso .- denuncia che, a tre giorni dall’approssimarsi dell’obbligo del green pass non è ancora stato indicato alle aziende «attraverso quali procedure o fornitori si possa accedere a “test molecolari o antigenici rapidi gratuiti” per la messa a disposizione del personale operativo»
«Nell’attesa di conoscere con maggiore dettaglio chi fornirà i tamponi gratuiti ai datori di lavoro del “settore dei trasporti in relazione alle attività in ambito portuale” restiamo quantomeno perplessi cha, a 3 giorni dall’approssimarsi del 15 ottobre, anche il nostro comparto, che viene richiamato dal Ministero dell’Interno tra i “servizi essenziali”, versi ancora in questa condizione, nonostante la evidente presa in carico da parte di tutte le aziende e delle organizzazioni sindacali nazionali di promuovere costantemente la tutela dei lavoratori e la salvaguardia delle attività economiche, in un contesto in cui i comportamenti irresponsabili non mancano di certo».
Assiterminal fa presente che «Le misure di sicurezza che le imprese dei porti hanno osservato nel corso degli ultimi 18 mesi hanno garantito sino ad oggi la sicurezza dei lavoratori, dell’operatività delle aziende e di tutta l’utenza che transita nei porti: è un dato, soprattutto in un comparto che, al netto delle contrazioni operative dovute alla diminuzioni dei traffici, delle dinamiche dei mercati e degli impatti della costante e repentina riprogrammazione dell’operatività delle shipping lines, non si è mai fermato».
Conclude Assiterminal: «I controlli sul possesso del green pass dal 15 ottobre saranno ovviamente effettuati, in base alle modalità operative che ciascuna azienda adotterà e in base alle norme vigenti, sui propri lavoratori esterni e interni, laddove per esterni non si intendo certo autisti, passeggeri, finanza, dogana, capitanerie, polizia, agenti, spedizionieri, ormeggiatori e chi più ne ha più ne metta … come si suol dire, anche nei porti».