Guerrieri (AdSP): Il porto di Livorno guarda ai traffici del continente africano – Propeller Club Livorno

Propeller Livorno

Si chiude l’anno sociale Propeller Club Livorno, è il momento per fare il punto sul porto, progetti in fase di avanzamento e nuovi orizzonti –  Guerrieri, presidente AdSP: L’Africa continente enorme, 2 miliardi di persone: “l’importanza di poter essere il porto di riferimento dei traffici di questo continente”.

Lucia Nappi

LIVORNO – Chiusura dell’anno sociale 2020-2021 del Propeller Club Livorno, il Club di service che riunisce il cluster marittimo portuale e logistico del porto di Livorno e, riunitosi come di consueto presso lo Yacht Club di Livorno nella cornice del porto turistico.

Un anno caratterizzato dalla pandemia ma, nonostante le difficoltà delle restrizioni imposte dal Covid, il Club sotto la guida della presidente Maria Gloria Giani Pollastrini ha comunque promosso un’attività convegnistica in presenza, fino a che è stato possibile e, successivamente in digitale.

Nell’ottobre scorso l’ultimo incontro in presenza – ha spiegato la presidente – in cui si è affrontata l’analisi del sistema dei porti come fulcro della resilienza del sistema economico nazionale. Nei mesi successivi le sessioni in digitale che hanno dato vita ai dibattiti sul passaggio generazionale nelle PMI: le sfide per i manager ai tempi del COVID-19, e in ultimo, a maggio scorso, l’analisi sullo scenario dello shipping tra blank sailing e le congestioni nei porti.

Il successo via web del Propeller reso possibile dall’ing. Paolo Scarpellini“ – è il ringraziamento della Giani al dirigente dell’AdSP che ha digitalizzato gli incontri – Un lavoro condotto in collaborazione e con la partecipazione del direttivo del Club che vede: Andrea Monti, vicepresidente, Matteo Vannucci segretario, Enrico Bonistalli, Gaetano D’Alesio, Giampaolo Scalabrella, Lino Capozzi e Piero Pampana..

A fare il punto sul porto nell’anno della crisi Covid e sugli obiettivi di breve e medio termine, sono intervenuti il presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri e il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno e Direttore marittimo della Toscana, Gaetano Angora, passato recentemente al grado di ammiraglio.

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Ammiraglio Gaetano Angora

“Il Porto di Livorno con 11 km di banchine, circa 90 accosti, una profondità dei fondali fino a -13 metri, ha ospitato navi anche di 330 metri e larghezza di 48 metri di larghezza, grazie alla capacità dei servizi tecnico nautici: piloti, rimorchiatori e ormeggiatori”.

E’ intervenuto l’ammiraglio Angora passando in rassegna la molteplicità delle competenze funzionali del Corpo delle Capitanerie “il cui core business resta la salvaguardia della vita in mare” – “vigiliamo 8mila chilometri di costa, attraverso 280 uffici periferici, disponendo di 29 unità”.

Molteplici le funzioni del Corpo delle Capitanerie: a partire da quelle nella filiera della pesca. “Ci occupiamo della certificazione del pescatore e del naviglio e i controlli nei mercati ittici di tutta la filiera della pesca” – così come il monitoraggio dell’inquinamento a mare, che viene prodotto per il 4% dalle navi, mentre la maggiorparte dell’inquinamento del mare proviene da terra – concludendo con le competenze sull’attività di vigilanza e salvaguardia delle aree archeologiche sommerse.

Luciano Guerrieri

Fare sistema e superare i conflitti

Guerrieri ha posto l’accento sugli obiettivi da perseguire nei prossimi anni. Partendo dalla valorizzazione del senso di comunità portuale, attività di cui è parte anche il Propeller Club. “Fare squadra nel sistema di porti e istituzioni, con i soggetti del cluster marittimo portuale, logistico e industriale. In un gioco di team che può produrre più risultati dell’individualità, cercando i punti di sintesi e stemperando i problemi”.

Superare la conflittualità è il tema che  il presidente Guerrieri, non perde occasione di ribadire – “E’ quello che mi sono proposto di fare, entrando in una situazione in cui la confllittualità era cresciuta oltre misura” – i problemi di spazio, accosti, banchine che catatterizzano in genere i porti e che a Livorno troveranno sintesi con lo sviluppo a mare della Nuova Darsena Europa.

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Le potenzialità di Livorno

Livorno ha una collocazione baricentrica nel Mediterraneo, ha spiegato il presidente del porto, offrendo la possibilità di collegarsi con il sud del Mediterraneo, il nord dell’Africa, continente che ha avuto nel giro di poco tempo uno sviluppo enorme, passando da uno a due miliardi di persone. Continente enorme la cui dimensione potrebbe comprendere l’Europa, la Cina, gli Stati Uniti e l’India.
Da qui “l’importanza di poter essere porto di riferimento dei traffici di questo continente e poter affrontare i mercati contendibili del Centro Europa, attraverso rapidi collegamenti del sistema logistico portuale”.

Nuovo sistema industriale

Non in ultimo la valorizzazione, a livello locale e regionale, dello sviluppo di un nuovo sistema industriale: “che sia innovativo, sostenibile con la capacità di proiettarsi negli orientamenti di sviluppo che l’Europa ci ha dato attraverso il Next Generation Ue e a il PNRR”. Il tema fa riferimento al progetto per l’istituzione di una ZES dalla quale possa trovare vantaggio una nuova aggregazione industriale.

Porto e sviluppo sostenibile

Il porto di Livorno si colloca ai vertici nazionali per il settore ro-ro al primo posto tra i porti italiani, escludento il sistema dei porti dello Stretto,  per il settore passeggeri al secondo posto dopo Civitavecchia – e primi per il settore merci generali, escludendo le rinfuse liquide. “Partiamo da una base ottima” – commentato Guerrieri – “c’è da fare un lavoro importante, anche se nel nostro Paese non è facile raggiungere risultati, dopo anni di una sorta di ‘impedimento della spesa’, è necessario invertire la tendenza e le mentalità, accelerando le procedure, quindi semplificare. Oggi con le politiche europee siamo dentro a una logica diversa di trasformazione del modello di sviluppo sostenibile che dobbiamo perseguire“.

 

 

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