69 persone raggiunte da misure cautelari per presunti traffici illeciti nel porto di Salerno. Mignone, presidente del Propeller Club Salerno, ha espresso piena solidarietà alla comunità portuale.
SALERNO – Il porto di Salerno coinvolto da una maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che ha notificato misure cautelari, disposte dal GlP presso il Tribunale di Salerno, nei confronti di 69 persone, tra le province di Salerno, Avellino, Caserta e Napoli. I reati contestati vanno dalla corruzione, al peculato, falso, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti. I provvedimenti hanno coinvolto 17 funzionari doganali, tra cui un capo servizio Vigilanza Antifrode, un ex capo area Verifiche e Controlli, un ex direttore ad interim ed un ex vice direttore della Dogana di Salerno, inoltre numerosi spedizionieri, doganalisti e dipendenti di imprese del porto di Salerno.
Alfonso Mignone, presidente del Propeller Club di Salerno, associazione del cluster marittimo e della logistica, ha espresso «piena solidarietà alla comunità portuale turbata dalla notizia delle 69 ordinanze di custodia cautelare per presunta corruzione nel traffico illecito di rifiuti. Nel rispetto del principio di presunzione di innocenza previsto dal nostro ordinamento giuridico – ha precisato Mignone – la notizia non deve generare dentro e fuori dell’ambiente portuale alcuna perdita di fiducia sulla professionalità e l’integrità morale di chi opera nella più importante industria della provincia di Salerno».
«Siamo e restiamo – ha concluso il presidente del Propeller Salerno – un porto non solo strategico nel Mediterraneo ma, per i risultati ottenuti, virtuoso. La nostra comunità portuale si è distinta in questi anni per le best practices operative e doganali che ci hanno permesso di crescere esponenzialmente e di essere tra le realtà più dinamiche e produttive del Mezzogiorno. Non sarà un fatto di cronaca a scalfire la credibilità dello scalo e quanto fatto di buono nel corso degli ultimi venti anni».