LA SPEZIA – Nei giorni scorsi un carico di 28 chili di cocaina trovato in un container su una nave che ha fatto scalo a Gioia Tauro. Da agosto a oggi 1077 chili di cocaina sequestrati dalla Guardia di Finanza. Con conseguenze sull’operatività del trasporto tutt’altro che marginali. Navi e Tir sotto sequestro, coinvolgimento nell’inchiesta del comandante della nave e della compagnia armatrice o dell’impresa di trasporto, dello spedizioniere o dell’agente marittimo, spesso con l’avvio di procedimenti giudiziari.
Il fenomeno del traffico di droga e la crescita esponenziale delle spedizioni che transitano attraverso i porti italiani, “minaccia di mettere in crisi le principali categorie professionali del trasporto” ha commentato Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri del porto di La Spezia, “nella stragrande maggioranza dei casi non sono in grado di controllare il contenuto dei container e che si trovano coinvolti in inchieste pericolosissime da tutti i punti di vista.
Secondo lo spedizioniere “è arrivato il momento di definire le regole di ingaggio e quantomeno a livello nazionale individuare con chiarezza, in sede preventiva, i limiti di responsabilità e nella maggior parte dei casi l’impossibilità totale di effettuare controlli da parte delle categorie professionali del trasporto, primi fra tutti gli spedizionieri e gli spedizionieri doganali.
Sequestrare una nave portacontainer che trasporta più di diecimila box pensando che il comandante possa essere certo del contenuto di ogni singolo container, pur rendendoci conto delle difficoltà crescenti nei controlli da parte delle autorità competenti impegnate in una lotta a tutto campo con i trafficanti, è comunque destinato ad aprire la porta su un futuro carico di incertezze per chiunque operi nel settore del trasporto”.
Il fenomeno del traffico di droga e la crescita esponenziale delle spedizioni che transitano attraverso i porti italiani, “minaccia di mettere in crisi le principali categorie professionali del trasporto” ha commentato Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri del porto di La Spezia, “nella stragrande maggioranza dei casi non sono in grado di controllare il contenuto dei container e che si trovano coinvolti in inchieste pericolosissime da tutti i punti di vista.
Secondo lo spedizioniere “è arrivato il momento di definire le regole di ingaggio e quantomeno a livello nazionale individuare con chiarezza, in sede preventiva, i limiti di responsabilità e nella maggior parte dei casi l’impossibilità totale di effettuare controlli da parte delle categorie professionali del trasporto, primi fra tutti gli spedizionieri e gli spedizionieri doganali.
Sequestrare una nave portacontainer che trasporta più di diecimila box pensando che il comandante possa essere certo del contenuto di ogni singolo container, pur rendendoci conto delle difficoltà crescenti nei controlli da parte delle autorità competenti impegnate in una lotta a tutto campo con i trafficanti, è comunque destinato ad aprire la porta su un futuro carico di incertezze per chiunque operi nel settore del trasporto”.