L’Analisi / Ucraina, l’attacco ai porti e alle navi mercantili rischia di allargare il conflitto

L'escalation dell'offensiva militare contro i porti ucraini e sul Mar Nero contro le navi commerciali, Rischio per la Zona Economica Esclusiva della Bulgaria, cresce il braccio di ferro con la Nato.
Sergey Kotov

LIVORNO – Porti e navi al centro del conflitto in Ucraina, una escalation militare degli ultimi giorni che rischia seriamente di espandersi anche al di fuori dai confini ucraini e di coinvolgere altri stati nel conflitto.

Dopo il ritiro di Mosca, il 17 luglio scorso, dalla Black Sea Grain Initiative al fine di interrompere il ripristino del Corridoio del grano e al tempo stesso per isolare l’Ucraina dall’accesso al mare, l’offensiva militare russa sul fronte portuale e marittimo mette a rischio la sicurezza degli stati limitrofi ed ha coinvolto la Nato in un braccio di ferro con il Cremlino.

Ieri la Nato ha dichiarato che con gli alleati sta intensificando “la sorveglianza del Mar Nero mentre la Russia bombarda le strutture portuali e le infrastrutture per l’esportazione di grano, anche lungo il Danubio“.

Negli obiettivi russi:

Domenica è stata colpita dai missili russi la città di Odessa, principale porto ucraino. Lunedì nei porti fluviali ucraini di Reni e Izmail sul Danubio i droni di Mosca hanno distrutto infrastrutture per lo stoccaggio di cereali ucraini e due navi di cui una rumena,  a poche centinaia di metri dal confine rumeno. La Nato ha specificato che Mosca nel Mar Nero ha ampliato l’allarme ad una ulteriore area che si trova all’interno della Zona Economica Esclusiva della Bulgaria, venendo meno al diritto di libertà della navigazione.
Il vice segretario generale della NATO Mircea Geoană ha dichiarato: “La Russia con i suoi attacchi brutali sta minacciando navi commerciali, terrorizzando città non coinvolte nel conflitto e distruggendo parti del patrimonio culturale mondiale”.

Il pattugliatore russo “Sergey Kotov” nel Mar Nero

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Il ministero della Difesa britannico ieri ha dichiarato nel suo aggiornamento quotidiano che la corvette russa Sergey Kotov si è schierata nel Mar Nero per pattugliare una rotta di navigazione tra lo stretto del Bosforo e il porto meridionale dell’Ucraina di Odessa. “Esiste una possibilità realistica che faccia parte di un gruppo di lavoro per intercettare le navi commerciali che la Russia ritiene si stiano dirigendo verso l’Ucraina”, ha affermato il ministero britannico.

Da parte russa il ministero della Difesa della Federazione, due giorni, fa ha annunciato ufficialmente il tentativo, fallito, dell’attacco al “Sergey Kotov” da parte delle forze armate ucraine tramite due droni marittimi che sono stati colpiti.

Aiuti USA

Secondo le maggiori agenzie di stampa: The Associated Press, Agence France-Presse e Reuters, gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina altri 400 milioni di dollari in aiuti militari, inclusi missili di difesa aerea, piccoli droni e veicoli blindati, lo ha fatto sapere il Pentagono, martedì scorso. Dall’inizio del conflitto gli Stati Uniti hanno fornito più di 43 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina.

Il nuovo pacchetto di aiuti comprende una serie di munizioni, che vanno dai missili per i sistemi di difesa aerea Patriot e i sistemi missilistici nazionali avanzati terra-aria (NASMS), i sistemi antiaerei Stinger, più munizioni per i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS), Portaerei corazzati Stryker e una varietà di altri missili e razzi.
Includerà anche per la prima volta i droni di sorveglianza Black Hornet forniti dagli Stati Uniti, minuscoli nano droni utilizzati principalmente per la raccolta di informazioni. L’Ucraina ha già ricevuto questi droni da altri alleati occidentali.

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Ucraina, granaio d’Europa

Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che qesta settimana la Russia ha distrutto nel porto di Chornomorsk, a sud di Odessa, 60.000 tonnellate di grano sufficienti a sfamare più di 270.000 persone per un anno. Lo scalo è uno snodo logistico strategico attraverso il quale viene esportato il 70% dei cereali ucraini diretti ai paesi in via di sviluppo, i danni provocativi richiederanno almeno un anno per essere riparati.

L’Ucraina è uno dei maggiori produttori mondiali di olio di girasole, grano, colza e mais, da cui dipende la sicurezza alimentare di circa 400 milioni di persone nel mondo. La sospensione del Corridoio del grano da parte della Russia è una strategia che coinvolge, pertanto, la distribuzione del grano in molte parti del mondo a partire dall’Africa al Medio Oriente e all’Asia, è pertanto una tattica di guerra” già utilizzata nella storia. Infatti dal 1932 al 1933 il governo dell’Unione Sovietica provocò in Ucraina una grave carestia, anche nota come Holodomor, sottraendo quasi tutto il grano prodotto nel Paese, riducendo alla fame e decimando la popolazione ucraina ancora non completamente sovietizzata.

Ripercussioni sul costo del trasporto marittimo del grano

Secondo gli analisti di Xclusiv Shipbrokers: “La sospensione del Corridoio del grano, potrebbe portare ad un aumento del costo delle tariffe tonnellate-miglia dei cereali trasportati verso i mercati di Africa, Medio Oriente e Asia poichè le alternative ai cereali ucraini sarebbero quelle di Canada, Russia, Stati Uniti, Argentina e Brasile”.

 

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