Innovazione, tecnologia e sicurezza saranno sempre più i fattori di competitività del porto del futuro – ” E’ un ambiente dove non puoi essere follower, ma devi essere driver e guidare i processi” – L’AdSP consegna al corpo dei piloti del porto di Livorno il Pilot Portable Unit (PPU), strumento evoluto a supporto delle operazioni di pilotaggio.
Lucia Nappi
LIVORNO – Quale sarà il porto del futuro? Forse in una evoluzione più spinta quello in cui una nave, attraverso la continuità della rete 5G, si attraccherà da sola e sarà ormeggiata in maniera autonoma. Tuttavia è certo che nello scenario attuale e, di un futuro prossimo della portualità, l’innovazione tecnologica – digitale, infostrutture e infrastrutture – e la sicurezza rappresentano e, rappresenteranno sempre più, i fattori di maggiore competitività.
Sotto la spinta dell’innovazione il porto di Livorno prosegue nella progettazione e messa a punto di soluzioni concrete, sia sul piano della sicurezza che dello sviluppo delle infostrutture. Ne sono un esempio concreto le Pilot Portable Unit (PPU) strumentazione che l’Autorità di Sistema di Portuale ha consegnato al corpo dei piloti nel corso di una conferenza stampa svolta a Palazzo Rosciano, a cui hanno partecipato: il presidente dell’AdSP, Luciano Guerrieri, il Direttore Marittimo della Toscana, C.V. (CP) Gaetano Angora, il Capo Pilota del Porto di Livorno, Simone Maggiani e la dirigente Sviluppo, Programmi Europei e Innovazione dell’AdSP, Antonella Querci.
Un investimento di circa 25.000 euro finanziato da PORT FORWARD, progetto di ricerca ed innovazione supportato dal programma europeo Horizon2020 a cui l’AdSP partecipa in qualità di beneficiario, con il coordinamento dell’Istituto Fraunhofer ed altri importanti partner europei, in collaborazione con il CNIT ed altre 38 Università. Pertanto, un progetto che ha dato la possibilità al porto di Livorno di essere in partnariato con i livelli più avanzati della ricerca europea rappresentata dal Fraunhofer, l’Istituto tedesco di ricerca di scienza applicata a cui la Germania, per esempio, ha affidato i progetti 4.0.
Cosa è il Pilot Portable Unit (PPU)
Si tratta di un dispositivo avanzato, una specie di tablet, che i piloti inizieranno ad utilizzare a breve dopo una fase di formazione. Il dispositivo va a supportare le operazioni di pilotaggio nelle criticità del porto, per l’ingresso di navi di maggiori dimensioni, quando viene richiesto il secondo pilota a bordo, in situazioni in cui il limite dei fondali e della larghezza del canale del porto di Livorno costituiscono un elemento di criticità per le navi di 8.000/9.000 teu.
“Strumentazione che viene data in dotazione ai piloti, per garantire la massima sicurezza. In cui la tecnologia è associata al lavoro delle persone, sebbene non le sostituisca” – ha commentato il presidente dell’Authority Guerrieri – “Oggi con la dimostrazione dell’utilizzo del Pilot Portable Unit (PPU) vediamo cosa può essere il porto del futuro, una proiezione del futuro, ma nel quale già ci troviamo” . E attraverso l’innovazione tecnologica passa la possibilità di competitività del porto, elemento tuttavia che è collegato allo sviluppoo infrastrutturale di cui la Darsena Europa è il progetto simbolo per Livorno
La sicurezza come obiettivo prioritario per lo scalo toscano – “Si è prodotto tanto sul piano dell’innovazione tecnologica, progettualità che ha visto la compartecipazione della Capitaneria di Porto e le sinergie con il cluster marittimo portuale e la Dogana, relativa alle funzioni avanzate di Moni.Ca, la piattaforma tecnologica dell’AdSP” – ha specificato Guerrieri – “Le innovazioni tecnologiche possono ridurre al minimo i rischi creati dall’errore umano e rappresentano un importante passo in avanti nell’efficientamento delle attività in porto. In questo caso l’obiettivo è quello di garantire servizi più efficienti a supporto della preziosa attività del corpo piloti”.
“Uno strumento utilissimo a supporto della nostra professionalità, un braccio tecnico che interviene dove, oggi, si stima ad occhio” – ha commentato il capo pilota Maggiani – “Il suo funzionamento è abbastanza semplice poichè una volta a bordo il dispositivo viene attaccato alla plancia, ed è in grado di riprodurre, in tempo reale, la sagoma esatta della nave: la sua posizione, i metri di distanza dalle sponde del canale, il fondale, la velocità e l’orientamento nello spazio acqueo” – Tecnologia di grande utilità soprattutto in situazioni meteorologiche difficili, dove la visibilità è ridotta e i livelli di stress sono maggiori. Informazioni preziose che consentono di consolidare gli standard di sicurezza delle grandi navi che approdano periodicamente a Livorno – ha concluso Maggiani – “Ad oggi abbiamo avuto oltre 200 approdi di portacontainer di dimensione significativa”.
Strumenti che sono solo un piccolo elemento di una progettualità più ampia che vede l’ente impegnato nello sviluppo di innovazione tecnologica in ambito portuale, ha spiegato in apertura di conferenza la dirigente dell’ente Querci – “Pressati da necessità commerciali e nell’attesa delle nuove infrastrutture, il porto ha spinto le proprie capacità operative al massimo, autorizzando navi sempre più grandi” – in questo contesto – “La sicurezza è la parola d’ordine per un porto che voglia mostrarsi efficiente sotto molteplici punti di vista” –
Molti investimenti per la sicurezza a supporto dei servizi per i passaggeri, per la mobilità delle merci e della logistica del porto, investimenti sul monitoraggi ambientali e per la sostenibilità ambientale. E ancora sulla security doganale e della polizia, come la sicurezza sulla gestione delle emergenze.
Specifica la dirigente: “Il porto di Livorno essendo complesso ha dato l’opportunità di lavorare sull’innovazione” – L’esperienza fatta e l’arrivo del 5G permetteranno a Livorno di essere un porto dove poter fare questo tipo di sperimentazione” – Ma non è tutto perchè conclude Querci – “Nei prossimi mesi annunceremo nuovi progetti ambiziosi, che riguarderanno anche l’Agenzia Spaziale Europea e il nuovo capitolo delle navi autonome”. Nei prossimi anni le infostrutture e questi servizi copriranno il 70% delle infrastrutture dei porti e, inevitabilmente i porti che avranno maturato esperienze in queste soluzioni, potranno essere competitivi. E’ un ambiente dove non puoi essere follower, ma devi essere driver e guidare i processi”.
Soddisfatto il Direttore Marittimo Angora, che ha voluto sottolineare come le infostrutture sviluppate dall’AdSP consentano al porto di Livorno di migliorare non solo gli aspetti di sicurezza ma anche quelli di sostenibilità: “Le PPU aiuteranno sicuramente i piloti nel lavoro che svolgono ogni giorno. Si tratta di un lavoro spesso difficile che li vede lottare con navi sempre più grandi e con infrastrutture che a Livorno scontano ancora determinati limiti”.
In chiusura di conferenza il direttore del laboratorio congiunto AdSP-CNIT Paolo Pagano ha consegnato “una dashboard di funzionalità rispondenti alle funzioni dell’Autorità marittina. L’AdSP si mette al servizio dell’Autorità marittima e attraverso queste funzioni ne supporta i servizi istituzionali”.