FIRENZE – Un appello al Patto per il lavoro in porto, la sede di confronto fra sindacati e imprese coordinato da Confindustria, perché sia verificata la possibilità di riassorbimento del personale Lucarelli, la società terminalista toscana che ha sede a Livorno.
Lo ha lanciato la Regione al termine dell’incontro che il consigliere del presidente per il lavoro, Gianfranco Simoncini, ha avuto con le organizzazioni sindacali territoriali, regionali e il Comune di Livorno sulla situazione dell’ azienda che dal 1 gennaio ha i suoi 27 dipendenti in cassa integrazione a zero ore (con scadenza a fine luglio) di cui solo 8 riassorbiti in altre imprese del territorio.
Simoncini ha sottolineato che l’invito al Patto sarebbe motivato anche in considerazione del fatto che i traffici che fino al 2016 gestiva la Lucarelli si sono spostati presso altri terminal o società che operano nel porto di Livorno.
Nell’incontro, che è stata anche l’occasione per fare un focus complessivo sul lavoro portuale, i sindacati hanno posto il tema della ricollocazione dei 19 lavoratori nell’ambito delle attività portuali informando che a loro risulta che la società Lucarelli stia discutendo un riassetto societario con l’ingresso di un nuovo socio, tra l’altro per attività diverse da quelle finora svolte.
Per questo hanno chiesto alla Regione di verificare la percorribilità di questa soluzione. Richiesta che è stata subito accolta: Simoncini verificherà con l’Autorità di sistema portuale le informazioni relative all’ipotesi del nuovo assetto societario della Lucarelli per accertarne la fattibilità nel rispetto della programmazione portuale.
Terzo impegno della Regione: a fronte di una richiesta che venisse dalle organizzazioni sindacali, Simoncini ha manifestato la disponibilità ad aprire un tavolo complessivo sulle questioni del lavoro portuale a partire dai temi della sicurezza e dei carichi di lavoro, che, ovviamente, dovrebbe coinvolgere il presidente Enrico Rossi e l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli.