Livorno, sviluppo logistico e portuale – Il futuro è già arrivato

Città porto

LIVORNO – Gli scenari nazionali della logistica 5.0, con particolare riferimento ai porti e alla catena logistica integrata; l’automazione e robotica come asset di sviluppo a supporto della portualità; la semplificazione digitale e competitività del sistema città-porto; il capitale umano: riconversione delle competenze e sviluppo di lavoro di qualità.

Questi i focus tematici della Tavola Rotonda dal titolo “Livorno: l’ecosistema porto-città-territorio-comunità logistica, lavoro e portualità: una visione innovativa per il futuro”. Iniziativa -del 20 marzo- organizzata in streaming dal Comune di Livorno in collaborazione con l’Associazione internazionale per la relazione fra porto e città RETE di cui il Comune è socio collaboratore e il CNR IRISS di Napoli, membro del Comitato Scientifico di RETE.

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L’evento, svolto in streaming sul canale YouTube del Comune di Livorno,  fa parte di una serie di webinar organizzati da RETE sui temi della logistica, portualità e integrazione città porto in Italia.

Barbara Bonciani, assessora comunale al Porto e Integrazione porto-città, che ha presieduto l’incontro, è intervenuta in apertura tracciando le strategie per promuovere la competitività del sistema città porto di Livorno (come già anticipato da Corriere marittimo) – “Le infrastrutture da sole non basteranno” – ha detto Bonciani – “ma serviranno investimenti in innovazione, oltre che lavoro e capitale umano adeguato. L’ottimizzazione e l’efficientamento delle infrastrutture sarà possibile solo in presenza di capitale umano altamente formato in grado di governare i processi di innovazione tecnologica

Ivano Russo direttore Generale Confetra, ha delineato una visione storica e colta della logistica in un’accezione contemporanea, europea, moderna, cioè un insieme di geopolitica, geoeconomia, politiche tariffarie, dazi, collocazione di un paese nel commercio internazionale in un mercato globale, senza trascurare le questioni infrastrutturali, del tessuto produttivo e industriale, poi le infostrutture, dato che oggi è più importante e redditizio il flusso delle informazioni che delle merci. Dentro questo mondo, a partire da questo mondo ha elencato i passaggi di normativa del settore in Italia negli ultimi anni e gli scarti che ci sono stati rispetto agli altri settori e altri Paesi nei confronti dei quali siamo in netto ritardo.

Secondo il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, Luciano Guerrieri: «Siamo oggi nella necessità di dare piena attuazione ai principi ispiratori della Riforma Delrio,  sviluppare quella visione di insieme di cui l’Autorità di Sistema deve farsi portatrice nell’ambito di un territorio che abbraccia più porti e nodi intermodali». Guerrieri, ha richiamato l’importanza della collaborazione stretta e fattiva che deve stringersi tra Imprese, Istituzioni e Mondo della Ricerca e delle Università: «”Sparsa colligo” – ha detto  Guerrieri – «il motto di Edgar Morin è per me una fonte di grande ispirazione e vorrei fosse il fulcro della nostra azione amministrativa: gli attori economici e istituzionali di questo territorio sono chiamati, ancora di più oggi, a intensificare fino in fondo la propria capacità relazionale per portare avanti un progetto condiviso di sviluppo».

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Eco-Sostenibilità, innovazione digitale ma anche semplificazione amministrativa (attraverso lo Sportello Unico Amministrativo). Sono i grandi temi da mettere in cima all’agenda dell’Ente: «Su questi argometi non partiamo da zero. L’AdSP ha sviluppato diversi progetti: ci sono sperimentazioni che hanno dato risultati importanti nel campo del 5G e nell’ottica dell’info-mobilità. Voglio valorizzare al meglio quanto di buono fatto dai miei precedessori, cercando di implementare le opportune sinergie sia dentro che fuori dall’Ente».

Il presidente dell’ente portuale ha infine sottolineato la priorità della Zona Logistica Speciale e ha annunciato l’impegno immediato per lo sviluppo di uno strumento che “sarà sicuramente fondamentale per avvicinare i porti al sistema produttivo regionale. Su questo tema vogliamo giocare un ruolo centrale. Modificheremo e implementeremo la struttura organizzativa dell’Ente anche anche per realizzare tale obiettivo».

Secondo il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, cav. Piero Neri: “Dal convegno è emersa l’attualità e l’efficacia del progetto Next Generation Livorno promosso dall’amministrazione del Sindaco Salvetti che punta alla valorizzazione degli asset tecnologici come il laboratorio di robotica sottomarina ed i poli tecnologici di cui è dotato il nostro territorio. Inoltre per quanto concerne la riqualificazione urbana assume un’importanza indifferibile la bonifica delle aree industriali dismesse localizzate nella zona a nord ovest di Livorno , dove è situata una vasta area di oltre 70 ettari brownfield per la quale – come Confindustria – abbiamo proposto la realizzazione di un Polo Industriale Manifatturiero dove far convergere nuovi investimenti industriali, proprio per dare concretezza al binomio logistica-produzione industriale,che resta un obbiettivo strategico per consolidare l’ecosistema che integra il porto con la città”.

L’importanza del ruolo dell’Università e pertanto la finzione di ricerca e innovazione, nello sviluppo degli eco-sistemi dell’innovazione è stato ribadito dal professor Paolo Dario, prorettore alla Terza Missione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: “L’università ha un ruolo fondamentale come motore e guida per gli ecosistemi di innovazione, avendo la caratteristica di poter anticipare, piuttosto che subire, il futuro dell’innovazione: che è soprattutto quella dirompente e radicale” – ha detto Dario – “L’innovazione la fanno gli innovatori, quelli che l’università educa. La competenza è la prima delle “tre C” nella definizione degli ecosistemi dell’innovazione che ne ha dato l’European Innovation Council. La seconda è quella della “connectedness”, che non è solo disporre della banda larga, ma piuttosto la capacità delle varie competenze del territorio (le istituzioni, il sistema della educazione e della ricerca, le imprese grandi, medie, piccole e start-up, l’industria creativa, le iniziative sociali) di connettersi e creare “sistema”. E a questo segue la terza C, quella del capitale, che – oramai si sa bene – va solo dove ci sono le competenze e, appunto, un sistema che accetta l’innovazione e incoraggia fattivamente gli innovatori (che, per definizione, sono persone spesso “scomode”). Queste sono le considerazioni su cui è basato anche il Piano Next Generation Livorno, a cui abbiamo contribuito. La visione di lungo termine del Piano è quella di guardare lontano e oltre, ma con concretezza, in modo non solo di superare gli ostacoli della crisi pandemica senza lasciare indietro nessuno, ma anche di cogliere e utilizzare i cambi di paradigma economici, tecnologici, ambientali e sociali che si prospettano. L’e-commerce, per esempio, è diventato una realtà destinata a rimanere. Un utilizzo non solo da utenti, ma da protagonisti di questa transizione epocale presuppone una logistica efficiente, basata sull’uso massiccio di tecnologie avanzate, sostenibile ambientalmente e che sia “human-centred”, ovvero che guardi alla centralità della persona umana e del nostro pianeta. Una “logistica 5.0”: che muova merci, persone, idee, con una visione globale, uno sguardo sul presente e orientata al futuro. Dobbiamo puntare a giocare una partita da protagonisti e non in rimessa: con la logistica possiamo farlo in modo ambizioso perché noi educhiamo innovatori e quindi siamo in grado di produrre innovazione”.

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Guardando al settore portuale nazionale, oltre che locale, la necessità primaria di una semplificazione amministrativa c riforma necessaria alla quale si giunge attraverso  l’automazione e la digitalizzazione dei processi. E’ quanto fatto presente da Gloria Dari, presidente degli spedizionieri livornesi, Spedimar Livorno, e presidente di Confetra Toscana: “C’è ancora molto da fare per rendere competitivo il sistema logistico del nostro Paese, dovremmo presentare con urgenza progetti di automazione per infrastrutture digitali interfacciate con sistemi che consentano la connettività. Alcuni porti in Italia hanno avuto per questo finanziamenti”.
In questo momento di crisi – ha specificato la presidente di Spedimar – accentuata dalla pandemia Covid-19 ma cominciata precedentemente, e dati i tempi lunghi per la realizzazione della Darsena Europa, per la competitività del nostro porto occorrerà puntare sulla creazione di strutture di efficientamento applicando ad esse il principio del trasporto digitale e dei contatti frontalieri evidenziati anche dall’Unione Europea. Tutto questo riguarda anche i collegamenti con l’Interporto Vespucci e con aree produttive del Paese, in particolare con Emilia Romagna e Veneto.

“Inoltre, – ha concluso Gloria Dari – “la digitalizzazione aprirebbe nuove possibilità di lavoro. I robot virtuali potrebbero avere un ruolo centrale nel settore. Ci sarà una evoluzione anche nella domanda di figure professionali, che dovranno avere profili molto diversi dagli attuali, soprattutto con preparazione in ambito informatico. Per questo è importante il ruolo della formazione, ed è necessario avere rapporti stretti con la Regione e con le università”.

Ha moderato la Tavola Rotonda  Massimo Clemente, direttore CNR Iriss di Napoli e del Comitato Scientifico RETE.

 

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