In via di completamento la prima fase di riorganizzazione del waterfront del porto di Napoli.
di Giovanni Grande
NAPOLI – “La Conferenza dei Servizi ha approvato ieri il progetto esecutivo per il Beverello. A questo punto dobbiamo attendere solo i finanziamenti del Mit per avviare la gara d’appalto. Con l’inizio del nuovo anno cominceremo a lavorare anche sull’area di cerniera tra porto e città degli ex Magazzini Generali: andremo alla progettazione definitiva per le sedi del nuovo Museo del Mare e dell’Emigrazione e dell’Università Parthenope per chiedere le relative risorse”.
La conferma arriva direttamente dal presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale Pietro Spirito a margine della “II° giornata di studio per lo Sviluppo della Rete del Mare in Campania. Musei, Istitutuzioni e luoghi della cultura”. Evento conclusivo di un progetto di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale marino e marittimo iniziato nel 2009 per conto dell’allora Settore Musei e Biblioteche della Regione Campania con l’obiettivo di mettere in comunicazione musei, biblioteche, centri di ricerca e tutti gli enti la cui attività sia legata al mare.
Ne è nata una piattaforma interdisciplinare che si pone come potenziale strumento per la promozione e la valorizzazione del patrimonio di conoscenze diffuse lungo la linea di costa campana, in cui l’AdSP, con il suo progetto per il nuovo Museo del Mare, punta a giocare un ruolo rilevante.
Ne è nata una piattaforma interdisciplinare che si pone come potenziale strumento per la promozione e la valorizzazione del patrimonio di conoscenze diffuse lungo la linea di costa campana, in cui l’AdSP, con il suo progetto per il nuovo Museo del Mare, punta a giocare un ruolo rilevante.
“L’idea – ha sottolineato Spirito nel suo intervento – è di porci come soggetto canalizzatore di tutte le esperienze raccolte. Si tratta di un complesso lavoro di ricucitura della memoria in cui terremo conto di come il concetto stesso di museo sia cambiato in questi anni”. Spazio alla tecnologia, dunque, è alla sua capacità di “suscitare evocazione”. “Soprattutto su temi attualissimi come quello dell’emigrazione, che ha visto Napoli al centro di fenomeni dai numeri incredibili tra gli anni venti e trenta del secolo scorso, quando in media 600mila persone all’anno partivano in cerca di fortuna”. Un luogo di ricostruzione dell’identità “per riportare il mare al centro della nostra cultura”.
Continua, intanto, il lavoro con la Regione per la definizione del piano strategico per le ZES. Reduce da una missione conoscitiva in Cina organizzata dal Propeller Club, Spirito parla anche della visita alla zona economica speciale di Shenzhen. “C’è una grande capacità di fare innovazione e di legare green economy, internet, cultura con le attività portuali. Non aver vincolato lo sviluppo industriale alle esigenze della rendita fondiaria ci dimostra che non dovremo limitarci solo ad accogliere industrie in modo generico.
Bisognerà scegliere i settori in cui investire, secondo un disegno di sviluppo di medio termine”. “Un percorso – conclude – comunque lungo, visto anche la differenza di contesto tra il greenfield su cui hanno operato i cinesi e le realtà storiche di città come Napoli e Salerno. In Cina hanno cominciato nel 1979, noi avremo bisogno almeno di 10 anni di duro lavoro”.