ROMA – Sale la pressione nel Mar Rosso. Gli Houthi, la milizia filo iraniana che come rappresaglia verso Israele da alcune settimane ha iniziato a bombardare le navi commerciali, container e petroliere, nel Mar Rosso – ieri ha fatto sapere che colpirà ogni 12 ore.
Il cluster marittimo e logistico ha espresso preoccupazione per la situazione, le compagnie di navigazione hanno annunciato che stanno modificando le rotte del Canale di Suez e del Mar Rosso e in alcuni casi, per maggiore sicurezza, hanno deciso di fermare le navi.
Decisione che andrà ad impattare direttamente sui traffici e sulle merci da e per il Mediterraneo. Un duro colpo che va ad aggiungersi alla direttiva ETS dell’Unione Europea, già dannosa per i porti dell’area MED, ha commentato in una nota il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri.
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«Abbiamo appreso» – ha dichiarato Giampieri– «che diverse compagnie del settore contenitori e del settore petrolifero hanno deciso di dirottare le navi su altre rotte, addirittura circumnavigando l’Africa, per evitare possibili rischi connessi al conflitto in atto in quell’area geografica. Naturalmente, queste decisioni ci preoccupano per gli effetti che potranno avere sulla movimentazione delle merci, sui tempi di consegna e sui prezzi dei noli, con conseguente riflesso sul costo dei beni al consumatore finale. Il Mediterraneo, ritornato al centro delle rotte di navigazione rendendo l’Italia ancor più strategica, rischia di subire un forzato rallentamento della movimentazione. Se questa decisione si dovesse protrarre nel tempo, per i porti italiani sarebbe un danno serio. L’auspicio è che si possa giungere ad una risoluzione di questa criticità nel più breve tempo possibile».