Port Authority di Singapore al controllo di 2 terminal genovesi – Prossimo passo la Darsena Europa a Livorno?

VTE Genova

GENOVA – Si è conclusa ieri l’operazione che ha visto il passaggio dei terminal container VTE e Sech del porto di Genova, sotto il controllo azionario di PSA, Port Authority di Singapore il colosso asiatico del terminalismo marittimo. Da questo accordo è nata una nuova società che gestirà, dopo i passaggi in Authority per la concessione, le due banchine genovesi di VTE e Sech per un traffico stimabile di quasi 2 milioni di container.

Le quote azionarie della nuova società vengono pertanto spartite tra PSA che ne detiene la maggioranza e GIP con i fondi anglo-francesi: Infracapital e Infravia. Giulio Schenone rimane in pista sia nella nuova società anche con ruolo manageriale primario, a Genova si parla già della successione di Gilberto Danesi che ha guidato VTE fino ad oggi.

GIP – I FONDI INFRACAPITAL (UK) E INFRAVIA  (FR)
I fondi Infracapital e Infravia sono dal 2017 proprietari del 95% delle quote di GiP, la società che fino al momento dell’accordo aveva il controllo di Sech e, tutt’ora permane nella maggioranza di TDT (Terminal Darsena Toscana) a Livorno.
L’inglese Infracapital attraverso il controllo di Associated British port gestisce 21 porti in Gran Bretagna, tra i quali Immingham, il maggior porto Uk per tonnellaggio e Southampton, il secondo più grande terminal container del Regno Unito.
Infravia, invece, è una società di diritto francese specializzata nelle infrastrutture e associata con Ofi asset management (che gestisce un portafoglio investimenti di 67 miliardi di euro).

L’ingresso dei fondi nei terminal, Genova Sech e Livorno TDT, avviene nel febbraio 2017, con la cessione del 95% delle quote azionarie da parte delle famiglie genovesi Negri, Schenone, Magillo e Cerruti. Escono di scena figure di primo piano del terminalismo italiano: Lugi Negri, Mario Magillo e Nanni Cerruti. Momento evidente di passaggio verso un modello di integrazione verticale della logistica. Ovvero quel fenomeno che vede riunire in un unico player più aspetti della catena logistica: dal terminalismo, al trasporto via mare, via terra e a quello combinato. Fenomeno di competitività determinante al quale stiamo assistendo oggi.

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PSA e VTE
VTE Genova è il primo caso in Italia di un terminal portuale comprato da una società estera. Nel 1999, dopo cinque anni di gestione FIAT, entrava a far parte della società PSA, trasformando radicalmente l’infrastruttura fino a renderla il primo terminal portuale italiano.
L’esperienza è raccontata dall’amministratore delegato del terminal, Gilberto Danesi. “Un modo diverso degli stranieri di fare business, diverso dal nostro” -“Oggi al Terminal di Voltri siamo tutti italiani, venti anni fa non era così, perché negli anni c’è stato uno scambio che ha fatto crescere, una totale fiducia reciproca”.
VTE dal 1999 ad oggi è passato infatti da 500 mila teu ai 1 milione e 600 mila teu lo scorso anno, con un incremento dei volumi pari al 16,3%.

Evidentemente dopo 20 anni il socio di Singapore conferma i suoi investimenti in Italia, con Genova dove ieri ha ampliato le banchine con il terminal di Sampierdarena (Sech). E che il prossimo passo sia Livorno? Che l’obiettivo possa essere la Darsena Europa? Il progetto della maxi banchina di Livorno, sebbene nella versione light, che quando verrà messa a bando dovrà trovare un acquirente.

Da Genova a Livorno il passo potrebbe essere breve dal momento che GIP ad oggi sembrerebbe essere l’unico soggetto ad avere manifestato un interesse reale nei confronti della futura Darsena Europa. Interesse per il momento non formalizzato. “E che lo formalizzino allora!” sembra che sia questo  il commento che si sarebbe fatto scappare Stefano Corsini, presidente dell’Authority di Livorno,  parlando di Gip e del futuro della Darsena Europa.

Lucia Nappi

 

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