Calo del 4% su base annua per il porto di Anversa-Bruges che ha chiuso il primo trimestre 2025 movimentando 67,7 milioni di tonnellate di merci, soprattutto a causa della forte contrazione dei volumi di merci alla rinfusa.
Le misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti, secondo partner commerciale dello scalo, fanno sì che rimanga alta l’attenzione sugli sviluppi futuri legati ai dazi.
Il settore container ha registrato una crescita, nonostante lo scalo continui a dover affrontare le difficoltà globali, rappresentate dall’evoluzione dei mercati, dalle tensioni geopolitiche e dalle pressioni del settore chimico europeo.
Il trasporto di merci generiche convenzionali è diminuito del 5,4%, a causa di un calo del 14,3% dei volumi di ferro e acciaio, che ha risentito della debolezza dell’economia e delle quote di importazione.
Il volume di traffico RoRo è aumentato solo dell’1,1%, risentendo fortemente della contrazione del settore automotive i cui volumi sono calati dell’11,3%, riflettendo le difficoltà del settore automobilistico europeo. Tuttavia compensato dall’aumento del trasporto di merci non accompagnate.
Il trasporto di rinfuse solide è rimasto pressoché invariato, con un calo di appena lo 0,8%.
L’autorità portuale ha evidenziato tempi di sosta più lunghi e una maggiore pressione sui terminal, come riflesso della transizione verso nuove alleanze, e causati tagli dagli scioperi e dalla congestione di altri porti.
Jacques Vandermeiren, ceo del porto di Anversa-Bruges, ha commentato: “Il porto sta dimostrando resilienza e affidabilità operativa. Questa stabilità è fondamentale, sia per i nostri clienti che per l’economia in generale”.
“Allo stesso tempo, le misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti dimostrano chiaramente che l’Europa deve impegnarsi maggiormente in politiche economiche solide per rafforzare il nostro settore e consolidare la sua posizione strategica.”