Porto di Genova, sciopero il 5 marzo – Scontro tra terminalisti, sindacati e Authority sulla vicenda Culmv

CULMV Genova

GENOVA – Le sigle sindacali Cgil Cisl Uil intervengono oggi sulle vicende che in questi giorni stanno interessando il porto di Genova, ed esprimeno forte preoccupazione e annunciando di sostenere «lo sciopero dei portuali del prossimo 5 marzo proclamato da Filt Cgil Fit Cisl Uil trasporti». Lo si legge in una nota diffusa dalle sigle sindacali  nella quale dichiarano di essere «al fianco dei lavoratori che sono stati, sono e saranno il vero valore aggiunto del nostro Porto, settore strategico dell’economia di tutta la città, della regione e del Paese».

«Incomprensibile iniziativa dei terminalisti rappresentati da Confindustria» –  spiega la nota a firma di Igor Magni Segretario Generale Cgil Genova , Marco Granara Segretario Generale Cisl Genova e Mario Ghini Segretario Generale Uil Genova e Liguria – «La città sta vivendo uno dei momenti più complicati dal dopoguerra ad oggi: prima la tragedia del Ponte Morandi e poi la pandemia da Covid-19 ben lontana dall’essere sconfitta; a ciò, si aggiunge il problema, peraltro troppo rimandato, della messa in sicurezza delle autostrade liguri ed in particolare del nodo genovese. Le ripercussioni di tali interventi coinvolgono l’intera collettività provocando una serie di effetti drammatici su economia, sui traffici portuali e sui lavoratori genovesi».

La lettera dei terminalisti genovesi all’AdSP
L’iniziativa a cui i sindacati fanno riferimento è la lettera consegnata a mano al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dai terminalisti genovesi, firmata da tutti gli operatori della sezione terminal di Confindustria (a partire dai vertici di PSA e tutti gli altri imprenditori genovesi del porto). Come rivelato dal quotidiano Secolo XIX. “Gli argomenti oggetto della lettera sono da tempo al centro del confronto tra terminalisti e Autorità di Sistema portuale” – Una durissima lettera con cui Confindustria: si rivolge al presidente dell’Authority Signorini, chiedendo: “indietro i soldi dell’integrazione tariffaria, l’Autorità portuale non rispetta le norme”-“È indifferibile la necessità di assumere una posizione chiara e definitiva rispetto alle inosservanze di norme da tempo reiterate” – accusando l’AdSP di violare norme nella gestione della vicenda CULMV, di “condotta abusiva” nella richiesta “annuale di integrazioni tariffarie” e di essere addirittura “consapevole di questa situazione” – Il pregiudizio sofferto dalle imprese dal 2013 alla data odierna secondo il calcolo del danno subito ammonterebbe ad oltre 8 milioni di euro, cifra che gli operatori chiedono indietro all’Autorità di Sistema Portuale. A tanto ammonterebbe il conto sostenuto dai terminalisti per tenere in carreggiata, per anni, i conti della CULMV, mentre l’AdSP non avrebbe vigilato al piano di risanamento.

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La posizione dei sindacati:
Le sigle sindacali definiscono la lettera  «sconcertare» – «la missiva contesta punto per punto l’accordo quadro sottoscritto a dicembre scorso anche dagli stessi firmatari della lettera, accordo che per sua stessa definizione presume una mediazione tra le parti con reciproca soddisfazione. Con quell’intesa, terminalisti, Autorità e Compagnia Unica hanno convenuto di chiudere una pagina ed aprirne una nuova che guarda al futuro, senza nascondersi le difficoltà, ma con grande senso di responsabilità da parte di tutti e soprattutto dei lavoratori. Sono proprio quei lavoratori della CULMV e di tutto il Porto, che hanno determinato le fortune del nostro scalo e degli stessi terminalisti, contribuendo ad una crescita, costante, a doppia cifra percentuale, anno su anno. Sono quegli stessi lavoratori che hanno spesso rivendicato attraverso le organizzazioni sindacali di categoria di lavorare bene, in sicurezza, con la certezza del giusto salario e impegnandosi in confronti non sempre facili, anzi, spesso difficili.
La pace sociale, costruita su equilibri che oggi sembrano essere messi, irresponsabilmente da parte di alcuni, in discussione, non è per sempre ed è basata su equilibri molto fragili: le energie di tutti devono essere dirette a costruire il futuro del nostro Porto, a partire dalle infrastrutture, dalla nuova diga e da tutto ciò che può consentire alla nostra città di agganciare il treno per il futuro. Rendere questo percorso in salita è da irresponsabili».

 

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