Livorno ecosistema dell’innovazione e della ricerca per lo sviluppo economico del territorio e del suo indotto fortemente caratterizzati dall’industria del mare: porto, logistica e attività marittima.
Questo è il progetto lanciato dal Comune di Livorno nel corso della prima iniziativa sui processi di innovazione tecnologica orientati alla logistica e alla portualità e più in generale all’economia del mare, che si è svolta ieri, 14 dicembre, presso il Terminal Crociere.
Giornata-studio e allo stesso tempo, fiera delle imprese tecnologiche del territorio legate al mondo della conoscenza e a quello della ricerca.
Iniziativa patrocinata da: Regione Toscana, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Polo Tecnologico di Navacchio, Confetra Toscana, Interporto Amerigo Vespucci, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e Confindustria di Livorno. Media partner, Tecnologia & Innovazione.
Dopo i saluti di apertura del sindaco di Livorno, Luca Salvetti e del prorettore delegato ai rapporti con il Territorio dell’Università di Pisa, Marco Macchia, è intervenuto il professore ordinario di Ingegneria Gestionale dell’Università di Pisa, Andrea Bonaccorsi spiegando il modello di sviluppo di un ecosistema dell’innovazione: «Il modello è quello di prendere progetti che nascono nei laboratori universitari e proporli al mondo produttivo» – ha detto il professor Bonaccorsi – «Sebbene ci siano delle criticità, perché la conoscenza viene trasformata nel processo di trasferimento. Occorre quindi maturare la consapevolezza della complessità del mondo industriale» – ha sottolineato –«Eventi come questi sono importanti per creare della trasformazione» – «Avere una Università nel territorio aumenta la capacità delle imprese: l’occupazione, il fatturato e il PIL delle stesse. Perché si assumono persone più qualificate, si hanno vicini soggetti portatori di tecnologie e perché il clima complessivo culturale è favorito».
Tavola rotonda: “I processi di innovazione come motore dello sviluppo economico del territorio”
La mattinata è proseguita con una Tavola rotonda a cui hanno partecipato i rappresentanti degli enti locali e regionali, insieme al mondo dell’Università e dei Centri di Ricerca. Presenti sul palco: l’assessore al porto e all’innovazione del Comune di Livorno, Barbara Bonciani, l’assessora regionale all’Innovazione, Alessandra Nardini, il rappresentante dell’AdSP MTS, direzione innovazione, Francesco Alberto Di Bari, il prorettore per la valorizzazione delle conoscenze dell’Università di Pisa, Corrado Priami, il presidente del polo tecnologico di Navacchio, Andrea Di Benedetto e il responsabile settore Ricerca per il Trasferimento tTcnologico CNIT, Andrea Pagano. Ha moderato la Tavola rotonda il direttore di Corriere marittimo, Lucia Nappi.
Il dibattito ha posto l’accento sugli obiettivi e le volontà istituzionali ed ha illustrato al pubblico i progetti in corso da parte del mondo della Ricerca. Per arrivare a definira la sperimentazione di un modello di lavoro sinergico atto a valorizzare il tessuto imprenditoriale locale, formato da giovani imprese, strat-up, spin-off, detentrici di tecnologie e a non disperderne il patrimonio tecnologico.
«Livorno deve diventare un’ecosistema dell’innovazione» – ha detto l’assessore Bonciani, motore dell’intera iniziativa insieme al sindaco Salvetti – «La tecnologia rende possibile lo sviluppo sostenibile dell’economia del mare. Sappiamo che le sfide principali che la portualità e la logistica si trovano ad affrontare sono quelle della digitalizzazione, dell’automazione, della cyber security, della transizione green legata ai processi di digitalizzazione, della sicurezza del lavoro. Abbiamo ritenuto fondamentale provare a presentare in una giornata, che è anche una giornata espositiva, tutte le realtà che abbiamo sul nostro territorio: centri di ricerca applicata, spin-off innovative e imprese innovative, che sviluppano e che hanno già sviluppato tecnologie pronte, allo scopo di mettere a sistema il mondo imprenditoriale legato alla portualità e alla logistica e tutto il sistema della ricerca applicata che abbiamo sul nostro territorio, un sistema della conoscenza che, in città, è ancora poco conosciuto».
L’assessora regionale Nardini ha ribadito, più volte, come l’ente abbia creduto fortemente nello sviluppo del porto di Livorno e del suo tessuto logistico. Rinnovando, quindi, anche l’impegno per una futura partecipazione a questo ulteriore progetto di sviluppo economico sul tema della tecnologia industriale.
Università di Pisa
«Realizzare ecosistemi dell’innovazione»– ha spiegato il prorettore Priami –«necessita di facilitatori in grado di far sedere allo stesso tavolo tutte le componenti: startup innovative, grandi aziende, centri di ricerca, istituzioni.
L’Università di Pisa ha questa capacità e sta lanciando l’iniziativa Start Attractor per attrarre capitali e competenze in un luogo in cui si incontrano i bisogni di open innovation delle grandi aziende con le competenze tecnologiche prodotte dalla ricerca e dalle startup innovative al fine di limitare la fuga di talenti e sviluppare il benessere del territorio».
«L’Università da sola non è sufficiente – ha tenuto a specificare – Si rende necessario, pertanto, il coinvolgimento nel progetto Start Attractor anche di: multinazionali, PMI e enti territoriali. In questo contesto il sistema porto e l’economia blu ad esso legata potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio per generare casi di successo necessari ad alimentare la crescita dell’intero ecosistema».
Polo tecnologico di Navacchio:
«Il Polo Tecnologico sta spostando la sua azione strategica da pura incubazione delle start-up ad una azione di trasferimento tecnologico di open innovation. Stiamo cercando di diventare un aggregatore di offerta innovativa» – ha spiegato il presidente Di Benedetto – «Queste start-up, PMI, Università e Centri di Ricerca, sul territorio di Livorno, Pisa, Lucca, Pontedera, che sono tantissime, possono essere a servizio dei distretti manifatturieri, nostro obiettivo è provarli ad aggregare e farli diventare utili per il territorio” – Questo ci piacerebbe anche applicarlo alla logistica portuale e capire quali potrebbero essere le sfide tecnologiche più interessanti”
CNIT
Il professor Pagano, ha illustrato la sperimentazione nel porto di Livorno di funzioni di navigazione autonoma su navi di grandi dimensioni, nello specifico a bordo della nave ro-ro Eco Savona di Grimaldi.
«Il porto di Livorno è leader in Europa per la sperimentazioni di progetti di navigazione autonoma su navi di queste tipologie e dimensioni» – ha specificato il professor Pagano entrando nei deittagli del progetto –«Si tratta dell’utilizzo della rete 5G per la remotizzazione delle funzioni di monitoraggio e controllo di una nave commerciale. Il porto di Livorno avrà la prima rete privata italiana 5G ad alta capacità e bassa latenza dedicata alla navigazione assistita. Nel laboratorio CNIT di Dogana d’Acqua si allestisce un prototipo di Remote Operational Center secondo le direttive della Guardia Costiera italiana».
«Quello del porto è un ruolo cruciale perchè deve essere abilitato a dare informazioni in tempo reale e affidabili, per questo necessita di una rete 5G che copra il porto e inviii informazioni corrette alla nave».
«Automazione navale, opportunità o minaccia?» – Secondo il direttore del Cnit Ricerca «Il pensiero comune è che l’automazione comporti la perdita di posti di lavoro. Sono cambiamenti talmente predominanti che è necessario che la forza lavoro cerchi di trovarne il beneficio, inserendosi nel settore e specializzandosi sulla digitalizzazione, sulle funzioni di innovazione. Altrimenti se ne perde il beneficio».
In conclusione Pagano ha sottolineato che il progetto sulla navigazione autonoma del porto di Livorno non ha sperimentazioni analoghe in Italia: «Livorno è l’unico progetto in Italia e lo ha realizzato sotto la supervisione della Guardia Costiera». I benefici saranno che quando le navi a navigazioni a navigazione automa sarà nel Mediterraneo potrà entrare nel porto di Livorno, se questo non sarà possibile, lo scalo perderà una importante possibilità.