“PORTUALITA’ E LOGISTICA” gli argomenti discussi a Seatec alla presenza dei principali attori della filiera logistico-portuale dell’Alto Tirreno. Portualità, logistica, centri intermodali; in chiusura l’intervento del vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi: trasporto su ferro e gomma siano complementari, necessario fare sistema con tutti soggetti i coinvolti. Logistica fondamentale per lo sviluppo del Paese.
CARRARA – A Seatec 2019 si discute di economia del mare estesa alla portualità professionale e alle complesse relazioni che legano tra loro i porti in un sistema di trasporti ad ampio raggio con il convegno “La Filiera Logistico/Portuale – Portualità e Logistica quali fattori di successo per lo sviluppo del paese” iniziativa organizzata da IGB Srl in collaborazione con IMM_CarrararaFiere.
Dopo i saluti del Presidente IMM_CarraraFiere Fabio Felici e dell’Assessore alle Attività Produttive di Carrara Andrea Raggi, sono stati molti gli interventi da parte dei professionisti dell’economia del mare che si sono succeduti nel corso della mattinata.
Hanno preso parte al convegno Carla Roncallo, Presidente ADSP ML Orientale/Assoporti – Antonella Querci, direzione sviluppo, programmi europei e innovazione ASDP MT Settentrionale, Andrea Gentile, Presidente di Assologistica, Ammiraglio Giuseppe Tarzia Direttore marittimo e Comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Giancarlo Laguzzi presidente Fercargo, Nereo Marcucci, Presidente di Confetra, Gian Enzo Duci presidente Federagenti Marittimo, Daniele Testi direttore marketing Contship, Olimpia Ferrara, SRM, responsabile Team Marittime, Iames Pigani del Gruppo Gavio, Marco Toccafondi, manager RFI. Ha moderato la tavola rotonda Lorenzo Forcieri, Presidente del Distretto Ligure delle Tecnologie marine.
In apertura ha preso la parola Lorenzo Forcieri evidenziando come nonostante le grandi discussioni sul tema e le aspettative degli ultimi tre anni non c’è stato il rilancio auspicato rispetto ai provvedimenti di legge intrapresi. Portualità e logistica sono fattori di successo per il Paese, ma serve una ripresa generale di operatività del sistema guidata non dalla politica, ma da scelte fatte dal mercato. Per Forcieri il Governo deve limitarsi ad attribuire le destinazioni finanziarie, lasciando poi che i soggetti destinatari degli investimenti siano autonomi. A quasi tre anni dalla riforma Delrio è necessario riprendere in mano le decisioni politiche per valutare i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi che erano stati posti.
Il direttore marittimo della Toscana e comandante della Capitaneria di porto di Livorno, contrammiraglio Giuseppe Tarzia, e di Antonella Querci sono intervenuti rilevando la necessità di fronteggiare i rapidi cambiamenti tecnologici rispetto alle infrastrutture perché lo sviluppo tecnologico cambia le funzioni portuali.
La discussione è proseguita con la presentazione di varie analisi a cura dei diversi protagonisti del settore suddetti, con focus sulla necessità di migliorare la rete ferroviaria e far dialogare porti e logistica, perché in Italia solo i porti di La Spezia e Trieste sono dotati di infrastrutture ferroviarie adatte, sulla necessità di aumentare i volumi ferroviari anche potenziando il coordinamento fra le reti europee e di rimodulare il “gigantismo navale” attraverso la costruzione di nuovi fondali e aumentando la capacità di stoccaggio delle merci. Fra i tanti temi affrontati anche la delicatezza del rapporto con la Cina, che mostra molto interesse per le nostre infrastrutture portuali e alla quale è importante richiedere reciprocità.
Ha concluso i lavori Edoardo Rixi, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, portando così la voce del governo e del suo ministero nella complessa relazione della portualità italiana dell’Alto Tirreno, sia in relazione ai flussi commerciali presenti e futuri, sia nella competizione con gli altri porti del Mediterraneo e delle infrastrutture necessarie a mantenere alta la competitività dei porti nazionali. Il vice ministro ha fatto presente la necessità di discutere in modo trasparente con tutti i soggetti interessati e fare sistema Paese, per superare le difficoltà di gestione di una riforma comunque importante della passata legislatura, evidenziando come il trasporto su strada non possa essere considerato in competizione con quello su ferro o con le vie d’acqua, che al contrario devono lavorare in sinergia per renderci competitivi a livello internazionale.
Rixi dichiara: “Analizzando il sistema intermodale vediamo profonde differenze fra l’Alto Adriatico e l’Alto Tirreno determinate dalla presenza o meno di strutture ferroviarie adeguate e dalla necessità di risolvere nodi strutturali importanti quali il 3° valico ed altri. Ferrovie e gomma devono essere complementari ed è necessario recuperare nuove quote di mercato per fare i volumi che i porti italiani sono in grado di fare. La nostra economia è basata molto sulle esportazioni e ricordiamo che gran parte delle merci oggi viaggia con i TEU, con le entrate dei dazi che finiscono nel porto di scarico delle merci, quindi la Germania piuttosto che l’Olanda incassano entrate che dovrebbero finire nelle casse dello Stato. Il piano strategico è lavorare tutti insieme per riportare il Paese alla sua centralità, farlo su un nuovo piano ferroviario che includa anche un progetto di alta velocità per piccoli colli (pensiamo ad Amazon e all’e-commerce) prima che altri operatori vengano a gestirla sul territorio nazionale. L’altro tema è il potenziamento delle reti TEN-T (Trans European Network-Transport) dato che in Italia non abbiamo una rete TEN-T efficiente. I corridoi TEN-T vanno sviluppati su più linee per evitare che un problema qualsiasi sulla linea comporti un’interruzione del sistema, con i gravi danni economici che ricadono su operatori e aziende, che vanno garantiti. Il traffico merci da e per la Cina passa dalla Germania perché a livello europeo le tracce vengono gestite quasi esclusivamente dagli operatori tedeschi, quindi è importantissimo sviluppare le nostre reti non solo rispetto alla Cina, ma anche al continente africano, colpevolmente ignorato dall’Europa, ma per noi molto importante sia per le nostre merci che per le nostre aziende.
Oggi dobbiamo trattare con le aziende cinesi e mettere regole d’ingaggio; negli ultimi 7 anni i cinesi hanno comprato molte infrastrutture anche portuali, va bene dare un segnale di apertura, ma mettendo regole certe sul territori nazionale e questo va fatto con le Istituzioni perché il privato, se si trova in difficoltà, non può che vendere. Bisogna evitare che l’Italia sia esclusa dal mercato cinese e africano perché le nostre aziende esportano per il 67% verso la comunità europea, ma i dati per la Germania nei prossimi due anni sono negativi, non potremo aumentare quote di mercato su mercati maturi, dobbiamo rivolgerci ai mercati in via di sviluppo, altrimenti il nostro sistema industriale è destinato a diminuire la propria produzione.
Lavoriamo allo sblocca cantieri e al decreto crescita per rivitalizzare il mercato interno, ma non basterà, dobbiamo far crescere le imprese e portarle all’estero a prendere quote di mercato; stiamo lavorando su varie norme, comprese quelle del codice degli appalti, per diminuire i tempi di completamento delle opere e arrivare, semplificando le problematiche burocratiche, ad avere finalmente tempistiche certe sulla realizzazione delle opere.
Il Mediterraneo torna ad avere centralità e sul mare si gioca il futuro del Paese, dobbiamo avere la capacità di fare sistema per il settore logistico e cantieristico. La nautica da diporto cresce a due cifre ma deve avere garanzie di stabilità e giusti punti di approdo, così come regole fiscali adeguate.
E’ molto importante collegare i settori interessati, includendo la crocieristica, dato che nei prossimi anni avremo 100 nuovi navi da crociera che oggi i nostri scali spesso non sono in grado di accogliere, bisogna risolvere le criticità lavorando insieme. Il sistema logistico non è solo la movimentazione della merce, riguarda anche la formazione degli operatori, il rinnovo dei mezzi, la tariffazione autostradale, bisogna pensare a come evitare il dumping con le società straniere.
In tutto questo la contrapposizione fra ferrovia e gomma non funziona, come non funziona rispetto alle autostrade del mare, che devono invece diventare competitive rispetto alle autostrade. Trovando il giusto equilibrio fra le forze in campo l’Italia può vincere questa sfida, possiamo trasformare il nostro ritardo infrastrutturale in un vantaggio competitivo, perché oggi abbiamo la possibilità di realizzare le infrastrutture che ci mancano con una visione volta al 2030 o al 2040, ammodernando il sistema delle infrastrutture e dimostrando, ancora una volta, la capacità tutta italiana di dare il meglio quando ci troviamo con l’acqua alla gola.
La logistica è efficienza nel trasporto di beni e persone: se i trasporti funzionano il Paese si muove, ma la competizione va fatta a livello di sistema paese e non di singole aziende, che invece devono fare rete per vincere la sfida attuale. E’ necessario trovare intenti univoci su cui concentrarsi, perché la logistica sta alla base dello sviluppo del Paese da ogni punto di vista, e se le cose funzionano anche i giovani possono sperare di restare in Italia e avere un futuro migliore.”