di Giovanni Grande
NAPOLI – “Stiamo elaborando il documento di indirizzo strategico della ZES con la Regione Campania, in modo tale da essere pronti appena saranno emanati i due decreti attuativi del Governo”.
Il tempo stringe e Pietro Spirito lancia la rincorsa al traguardo di fine anno. “O la ZES nasce entro dicembre o, con l’entrata del periodo di fine legislatura, non ce la faremo più”.
È quanto ribadito dal presidente dell’AdSP alla presentazione alla Stazione del Mare “NapoliPorto la nuova città”, libro realizzato su iniziativa dell’ente di P.le Pisacane, in cui 16 intellettuali di diversa estrazione si esprimono sul rapporto tra lo scalo e la città. Un’interrogazione sul futuro di una relazione non sempre semplice che, nelle parole di Spirito, “va sottratta alla cronaca per restituirla all’economia” perseguendo, dopo anni di paralisi, la “ricostruzione di una salda comunità d’intenti” e una rinnovata collaborazione istituzionale.
Intesa che l’ente portuale e la Regione stanno mettendo in campo per raggiungere in tempo il traguardo dell’istituzione in Campania della prima ZES italiana. “Entro pochi giorni – ha spiegato l’assessore regionale alla attività produttive, Amedeo Lepore – il governo varerà il decreto attuativo per l’individuazione dei criteri di insediamento. Su questo punto abbiamo anticipato i tempi. Con un atto deliberativo risalente allo scorso dicembre abbiamo già dato indicazioni chiare scegliendo i due porti regionali come fulcro di una strategia che metta insieme logistica e attrattività”.
Un sistema “puntiforme”, quello campano, delimitato dai porti di Napoli e Salerno e dalle zone retroportuali incentrate sulle direttrici dei due interporti di Nola e Marcianise. In aggiunta, due aree dell’interno: “la piattaforma logistica dell’agro nocerino, specializzata nella produzione agroalimentare e in relazione con lo scalo di Salerno, e lo snodo dell’alta velocità con Bari nella Valle Ufita (Benevento, ndr) a cavallo tra le regioni Molise, Puglia e Basilicata, a poche decine di chilometri dagli stabilimenti di Melfi”.
Un sistema “puntiforme”, quello campano, delimitato dai porti di Napoli e Salerno e dalle zone retroportuali incentrate sulle direttrici dei due interporti di Nola e Marcianise. In aggiunta, due aree dell’interno: “la piattaforma logistica dell’agro nocerino, specializzata nella produzione agroalimentare e in relazione con lo scalo di Salerno, e lo snodo dell’alta velocità con Bari nella Valle Ufita (Benevento, ndr) a cavallo tra le regioni Molise, Puglia e Basilicata, a poche decine di chilometri dagli stabilimenti di Melfi”.
“Strumento strategico per il rilancio del Sud se non limitate solo alle aree portuali”, secondo Adriano Giannola, presidente dello Svimez, le future ZES saranno guidate da un Comitato d’indirizzo con a capo il presidente dell’autorità di sistema portuale di riferimento e potranno accedere a risorse pari a circa 206 milioni di euro nel prossimo triennio. “Tra gli obiettivi dello strumento – ha esortato Giannola – dovrà figurare dunque anche la possibilità di sperimentare innovazioni istituzionali con la capacità delle regioni interessate a variare di comune accordo la loro specializzazione per superare i vecchi modelli di sviluppo”.
Ma non bastano solo le Zes per riallacciare i nodi tra una città e un porto che dopo la riforma è stato inserito in un sistema più ampio. Vanno rilanciate e riattualizzate anche vecchie vocazioni in crisi. Va in questa direzione la proposta di Lepore per il rilancio dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia. “Ribadiamo la richiesta di un tavolo istituzionale con il Gruppo per la conferma dei piani di specializzazione del cantiere per navi di media grandezza e componenti.
Chiediamo la conferma delle commesse pregresse e proponiamo un più ampio piano di rinnovo della flotta passeggeri regionale”. L’idea è quella di lanciare, sfruttando le competenze dello stabilimento campano, un piano di incentivi per la sostituzione dei vecchi traghetti a gasolio con unità green a partire dalla propulsione ibrida. “Ci siamo attivati già con Cassa Depositi a Prestiti per un piano di incentivi agli armatori per l’acquisizione in leasing di questo tipo di unità non inquinanti”.