Tariffe portuali USA, “red flag” del World Shipping Council a Trump

Il WSC sollecita soluzioni costruttive ed esprime serie preoccupazioni in seguito all'annuncio delle tariffe portuali dell'USTR.
Los Angeles Porto
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Washington  — Le preoccupazioni del World Shipping Council in merito al regime delle tariffe portuali annunciato dal’Ufficio per il Commercio degli Stati Uniti (USTR) e l’appello  per l’adozione di “soluzioni costruttive”.

Il WSC, in rappresentanza del 90% della capacità mondiale di trasporto marittimo containerizzato, ha espresso serie preoccupazioni, avvertendo l’amministrazione Trump che tali misure tariffarie portuali potrebbero minare il commercio americano, danneggiare i produttori statunitensi e indebolire gli sforzi per rafforzare l’industria marittima nazionale.

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Joe Kramek, presidente e ceo del World Shipping Council, ha dichiarato: “Rivitalizzare il settore marittimo americano è un obiettivo importante e ampiamente condiviso, che richiede una strategia legislativa e industriale a lungo termine. Abbiamo accolto con favore la visione delineata nell’Ordine Esecutivo del Presidente, che propone iniziative mirate per rafforzare la cantieristica navale, i porti e la resilienza della catena di approvvigionamento degli Stati Uniti. Purtroppo, il regime tariffario annunciato dall’USTR è un passo nella direzione sbagliata, poiché aumenterà i prezzi per i consumatori, indebolirà il commercio statunitense e farà ben poco per rivitalizzare l’industria marittima statunitense”.

Preoccupazioni relative al regime tariffario USTR

Il World Shipping Council ha evidenziato diverse preoccupazioni chiave:

Tasse portuali retroattive: l’applicazione di tariffe alle navi già in acqua non offre alcun sostegno alla cantieristica statunitense e, anzi, rischia di danneggiare gli esportatori americani, in particolare gli agricoltori, in un momento in cui il commercio globale sta affrontando notevoli difficoltà. Queste sanzioni retroattive compromettono la pianificazione degli investimenti a lungo termine.

Tariffe calcolate sul Tonnellaggio Netto (NT): strutturare le tariffe in base alle dimensioni della nave – Stazza Netta (NT) – penalizza in modo sproporzionato le navi più grandi ed efficienti che trasportano beni essenziali, inclusi i componenti utilizzati nelle linee di produzione statunitensi. Quasi la metà di tutte le importazioni di navi di linea negli Stati Uniti viene utilizzata direttamente nei processi di produzione nazionali. L’aumento del costo di queste spedizioni si ripercuoterà sulla catena di approvvigionamento, aumentando i costi di produzione per le aziende americane e, in ultima analisi, per i consumatori. Penalizzerà anche i porti statunitensi, che hanno effettuato investimenti significativi per espandere la propria capacità di attrarre e gestire le più grandi navi portacontainer che servono il traffico.

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Tariffe sulle navi car carrier: Inoltre, le azioni dell’USTR hanno incluso una nuova tariffa, non annunciata in precedenza, basata sulla capacità di Unità Equivalente di Auto (CEU) per quasi tutte le navi car carrier del mondo. Questa azione arbitraria, che colpisce tutte le navi costruite all’estero, rallenterà ulteriormente la crescita economica statunitense e aumenterà i prezzi delle automobili per i consumatori americani, senza tuttavia incoraggiare gli investimenti marittimi statunitensi.

Preoccupazioni legali e strategiche: il WSC ha inoltre segnalato significative preoccupazioni legali, osservando che le tariffe proposte sembrano estendersi oltre l’autorità concessa dalla legge commerciale statunitense.

Il WSC esorta l’Amministrazione a riconsiderare questa misura controproducente, che rischia di danneggiare consumatori, produttori e agricoltori statunitensi senza apportare progressi significativi verso la rivitalizzazione dell’industria marittima statunitense.

Un appello per soluzioni costruttive

Il World Shipping Council ha ribadito il suo impegno a collaborare con l’Amministrazione e gli stakeholder del settore per trovare soluzioni che possano realmente rafforzare il settore marittimo statunitense. Percorsi costruttivi, come incentivi mirati agli investimenti, miglioramenti infrastrutturali e processi normativi semplificati, possono offrire benefici duraturi senza interrompere il commercio statunitense o aumentare i costi per produttori e consumatori americani.

È inoltre importante riconoscere che il settore cantieristico statunitense si trova già ad affrontare notevoli limitazioni, tra cui un arretrato di ordini militari e una continua carenza di manodopera. Allo stesso modo, la carenza di marinai statunitensi qualificati e certificati limita il potenziale di espansione del trasporto marittimo battente bandiera statunitense, anche in caso di miglioramento del quadro normativo.

I membri del WSC sono orgogliosi di contribuire in modo determinante all’economia e alla comunità marittima statunitense. Il trasporto marittimo di linea movimenta il 65% del commercio marittimo statunitense, contribuisce all’economia statunitense con oltre 2.000 miliardi di dollari all’anno e sostiene 6,4 milioni di posti di lavoro americani, con salari per oltre 420 miliardi di dollari. I membri del WSC rappresentano inoltre il 75% delle navi iscritte al Programma di Sicurezza Marittima degli Stati Uniti e apportano al settore marittimo statunitense una significativa esperienza e competenza nella costruzione navale.

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“Il World Shipping Council rimane pienamente impegnato a sostenere gli sforzi degli Stati Uniti per rivitalizzare l’industria marittima americana”, ha concluso Kramek. “Esortiamo i responsabili politici a perseguire strategie che incoraggino la crescita, rafforzino la resilienza della catena di approvvigionamento ed evitino azioni che rischino di danneggiare esportatori, produttori e consumatori americani in un momento in cui il commercio globale è già sotto pressione”.

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