Traffico di armi, si indaga in Senegal – Spezia, Sommariva: “Logistica, normative contro le infiltrazioni”

Nave Eolika

LA SPEZIA – La vicenda della nave Eolika dimostra il rischio che comportano i carichi “sensibilissimi” quali i traffici di armi. Lo dichiara il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva:“Quanto avvenuto dimostra che imbarcare merci delicatissime come le armi, sebbene regolarmente autorizzate dalle autorità competenti, non basta a impedire che possano diventare oggetto di traffici illegali”. Ha dichiarato il presidente Sommariva – “Il rischio che carichi sensibilissimi possano essere distolti per destinazioni e fini diversi da quelli consentiti dalla giurisprudenza italiana è reale”.

La vicenda – come riportato dal’agenzia di stampa Agence France Presse – riguarda  un’operazione portata a termine dagli investigatori della dogana nel porto senegalese di Dakar, che hanno rinvenuto a bordo della nave Eolika, tre container con munizioni per armi da guerra non dichiarate, per una valore di circa quattro milioni e mezzo di euro.
La nave aveva fatto scalo a Spezia il 1 dicembre da dove era ripartita il giorno successivo con direzione Dakar e dove è giunta il 28 dicembre, con uno scalo intermedio il 15 dicembre – una breve sosta di 5 ore – nel porto di Las Palmas, Canarie. Le autorità di Dakar non hanno fornito dettagli sulla possibile origine e destinazione delle munizioni
La Eolika, battente bandiera della Guyana, varata nel 1983 con tonnellaggio 1.000 GT, di proprietà di una società svizzera e gestita da armatori greci con equipaggio ucraino, si trova in stato di fermo a Dakar. La dogana senegalese nel comunicato stampa ha specificato: “Allertata dall’assenza di documenti attendibili di navigazione e di trasporto marittimo ma soprattutto dalle incongruenze delle dichiarazioni del capitano della nave” – la dogana – “ha deciso di effettuare la perquisizione e il controllo del carico”, spiega la nota stampa, senza indicare a quando risalga esattamente il controllo.

Nell’indagine compare, pertanto, anche il porto di La Spezia insieme ad altri porti di diversi Paesi alla ricerca degli organizzatori di un traffico illecito di armi.

Il presidente Sommariva nel rilasciare una dichiarazione sul caso, ha specificato: “Per dare maggiore e piena efficacia alla legge 185/90 (“Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”) sarebbe necessario integrarla con una norma che preveda l’obbligo di adeguata certificazione per i vettori marittimi di queste tipologie di merci, che effettuano i trasporti dal nostro paese. Senza porre limitazioni al commercio internazionale potrebbero essere individuati degli standard minimi qualitativi, ivi comprese idonee garanzie e fideiussioni, a cui il naviglio impiegato dovrebbe rispondere” – ha concluso : Un simile dispositivo potrebbe permettere alla catena logistica dell’industria italiana delle armi di arginare pericolose infiltrazioni, che trasformano le necessità di sicurezza dei popoli in tempo di pace, in guerre e conflitti”.

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