Venezia, Verifica fanghi: Il Tar dà ragione a VTP – Adsp: «Sentenza utile»

Venezia VTP

VENEZIA – Il Tar del Veneto ha emesso una sentenza, la n. 398, con la quale ha accolto il ricorso presentato dal terminalista Venezia Terminal Passeggeri (VTP) per ottenere un’autorizzazione a procedere, a propria cura e spese, per prelevare i fanghi del Canale Vittorio Emanuele ed analizzarli. Con la sentenza viene legittimata, pertanto, la richiesta di VTP alla verifica sui fanghi. L’escavo riguarderebbe il fondale dei canali Vittorio Emanuele III, il Canale Nord e il Canale Brentelle, in vista della possibile apertura, per le navi da crociera, di una ulteriore via di accesso alla Stazione Marittima evitando il transito delle Grandi navi da San Marco e dal Canale della Giudecca. 

La sentenza pertanto viene commentata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale che in una nota tiene a precisare; «la sentenza del TAR relativamente al ricorso presentato da VTP non dà il via libera a operazioni di project financing per la caratterizzazione dei sedimenti ma riconosce esclusivamente l’obbligo delle Amministrazioni coinvolte (l’AdSP stessa e il PIOPP) a fornire entro novanta giorni una risposta – positiva o negativa che sia ­- a VTP».

La sentenza
Secondo l’Authority già nell’agosto del 2018 VTP aveva chiesto autorizzazione a procedere all’AdSP per le caratterizzazioni sulle stesse aree. L’Autorità aveva risposto che era propria intenzione procedere direttamente ed aveva già messo a bilancio oltre 200mila euro. AdSP, cui non è addebitabile alcuna inerzia su questo fronte, non ha mai potuto dare attuazione a questa iniziativa, in carenza di una attualizzazione del Piano morfologico della Laguna di Venezia e del protocollo di gestione dei sedimenti. «La sentenza del TAR, su cui l’Autorità si riserva di valutare un eventuale ricorso al Consiglio di Stato» – precisa l’Autorità Portuale – «si rivela comunque interessante, perché lascia spazio a un’interpretazione della normativa vigente utile anche per l’Ente, che potrebbe realizzare così anche altre caratterizzazioni in attesa del nuovo “Protocollo fanghi”, permettendo di sbloccare almeno parzialmente gli interventi preliminari al piano escavi per i porti di Venezia e Chioggia».

L’escavo dei fondali
Le operazioni di escavo previste e finanziate dall’ente portuale sono state realizzate solo in minima parte poiché mancano a tutt’oggi adeguati siti di conferimento per i sedimenti. Si attende, infatti, dagli enti competenti il via libera all’innalzamento dell’Isola delle Tresse e l’individuazione di nuovi siti. Nonostante tutte le difficoltà riscontrate negli ultimi mesi, sono state già realizzate caratterizzazioni lungo il canale Malamocco-Marghera, la principale arteria del traffico portuale veneziano dove sono state svolte anche mirate operazioni di escavo per ripristinare i fondali.

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