Antichi velieri, galeoni e spionaggio al servizio dei re al Propeller Club Livorno

Giani Bettini

LIVORNO – Un appassionato viaggio a ritroso nell’architettura navale dal 1700 al 1900, quella offerta durante l’incontro dell’International Propeller Club Port of Leghorn, grazie all’intervento dell’Ammiraglio (r) Cristiano Bettini, già comandante dell’Accademia Navale di Livorno. Trecento anni di storia della progettazione e costruzione di velieri, galeoni, navi rigorosamente a vela militari e commerciali, tra maestri d’ascia, innovazioni tecnologiche e spionaggio al servizio delle monarchie europee.

Questi alcuni dei temi affrontati nei due volumi dal titolo: «Come progettavano i velieri – Alle origini dell’architettura moderna di navi e yacht» (ETS, 2019) frutto di oltre 15 anni di studio da parte dell’autore, l’Ammiraglio Bettini, che ha intrattenuto la platea riunita presso lo Yacht Club di Livorno, in un coinvolgente viaggio a ritroso nella marineria, per una volta non raccontata dalla parte degli uomini, ma dalla parte dei velieri. Dopo i saluti istituzionali della  presidente del Club, Maria Gloria Giani Pollastrini,  il giornalista Antonio Fulvi ha moderato l’incontro.

Quelle che oggi ci possono apparire come semplici navi a vela, per oltre tre secoli sono state infatti tra le macchine più preziose e tecnologiche della loro era; orgoglio dei re e oggetto di spregiudicato spionaggio, i velieri si sono trasformati anche in preziosi oggetti di lusso dapprima per i monarchi, poi per le classi più agiate, dando vita a quello che poi sarebbe divenuto lo yachting moderno.

Nei due preziosi volumi molte riproduzioni dei disegni originali, dei come per esempio i disegni delle antiche fregate salvatisi dall’incendio napoleonico dell’Arsenale di Venezia, ma anche una raccolta delle riproduzione di molti manoscritti conservati in Francia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Spagna, Danimarca, Portogallo e Stati Uniti. Un impegno che ha visto anche un complicato lavoro di misurazione di modelli originali e di traslazione delle formule matematiche settecentesche in quelle attuali.

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Bettini, ha ripercorso le tappe principali dell’evoluzione tecnologica nell’architettura navale. Dai calcoli sul dislocamento di Deane del 1670, passando per la scoperta del metacentro grazie all’applicazione degli studi di Eulero e Bouguer, si arriva progressivamente ad affrontare i problemi della stabilità, dell’inclinazione e della stabilità dinamica. Grazie all’applicazione della matematica vengono studiati e affrontati problemi che affliggevano i capitani più esperti come la straorzata e lo slamming; un percorso che ha portato a scoprire i coefficienti caratteristici che sono alla base dei calcoli informatici moderni. Il valore economico di queste macchine – ha spiegato nel corso della sua esposizione l’ammiraglio – ha portato con sé anche lotte di intelligence, con architetti che agivano da spie, nascondendosi, osservando cantieri nemici e rubando progettisti agli avversari, mettendo magari al sicuro anche i loro famigliari. I velieri, fossero da trasporto, contrabbando o guerra, erano talmente belli e prestigiosi che i re volevano avere l’ultima parola sui progetti e sulla loro estetica: non a caso nel Grand Canal di Versailles Luigi XIV provava i modelli delle navi più importanti da costruire, oltre ad avervi fatto dislocare alcuni vascelli per intrattenere la corte.
Una evoluzione ha concluso Fulvi, che ha portato anche la velocità delle navi dai 4 nodi delle caravelle di Colombo ai 72 nodi dei modelli sperimentali più estremi attuali. Le domande della presidente Giani e del pubblico hanno anche consentito di far raccontare le circostanze della collaborazione tra l’ammiraglio Bettini e Oriana Fallaci nella redazione di un capitolo del libro “Un cappello pieno di ciliegie”, uscito poi postumo nel 2008. Bettini, per conto dello Stato Maggiore della Marina, ha infatti aiutato la scrittrice a ricostruire in chiave romanzata le vicende di un parente nostromo settecentesco e della perdita dei suoi quattro figli in mare. Tarzia Bettini1 Antichi velieri, galeoni e spionaggio al servizio dei re al Propeller Club Livorno
Oltre al Direttore Marittimo della Toscana Ammiraglio Giuseppe Tarzia, intervenuto per un affettuoso e cordiale saluto all’Amm. Bettini, hanno presenziato la serata l’Ambasciatore italiano a San Marino, dott. Guido Cerboni, il Questore di Livorno, Lorenzo Suraci, il Comandante dell’Accademia Navale Flavio Biaggi, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Massimiliano Sole ed il Tenente Silvia Mancini della Guardia di Finanza.

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