GENOVA – Assagenti, il polo genovese del brokeraggio marittimo, punta ad un rilancio su scala internazionale con un’iniziativa di aggregazione e collaborazione tra aziende di intermediazione.
L’obiettivo è creare una struttura, non necessariamente societaria, – alleanze, joint venture, tavoli comuni di confronto operativo, ma anche una forma consortile, permettendo di rafforzare la presenza sul mercato e rilanciare, con nuova energia, un’aggregazione professionale che richiami l’eredità storica di Genova nello shipping mondiale.
Questa è il principale focus emerso dal convegno di Assagenti dal titolo “Brokers marittimi: allarme cervelli in fuga”, svolto il 3 aprile a Genova, che ha affrontato il tema provocatorio, della “fuga dei giovani” dalle società di brokeraggio genovesi e della contrazione di un settore ancora considerato strategico per l’intellighenzia marittima della città.
Negli ultimi anni, il comparto ha subito un drastico ridimensionamento: il numero delle aziende si è più che dimezzato, ad oggi il totale degli addetti si aggira attorno alle trecento unità. Salvo poche eccezioni di realtà più strutturate, il settore tende a concentrarsi e a dipendere da nicchie di mercato per rimanere competitivo in un contesto globale dominato da grandi gruppi nati da operazioni di aggregazione.
Come sottolineato dai partecipanti al convegno, presieduto da Gianluca Croce, presidente di Assagenti, e dal vicepresidente Maurizio Gozzi, questa dinamica ha spesso portato il settore a chiudersi su sé stesso, senza generare nuove opportunità di business. Un fattore determinante che ha spinto molti giovani professionisti a trasferirsi all’estero, attratti da prospettive di crescita offerte dai grandi gruppi internazionali. «La sfida cruciale per il settore e la politica sarà quella di creare un ambiente favorevole che permetta alle aziende di riaccogliere i propri giovani talenti e, allo stesso tempo, di incentivare i giovani a ritornare nelle imprese di origine»
L’idea di un’aggregazione comune potrebbe rappresentare un punto di svolta, ponendo le basi per ricostruire quel “polo del sapere marittimo” che per decenni ha reso Genova un unicum di riferimento a livello internazionale, come ricordato anche dal presidente della Regione Liguria, Marco Bucci.