Assarmatori, Messina: “Non fermiamoci alla bandiera italiana. Attrarre investitori esteri”

Stefano Messina

Il trasporto marittimo, nonostante le sue dimensioni siano “relativamente” piccole, con 50 mila lavoratori occupati in Italia, tuttavia è uno dei settori con maggiore capacità di attivare forti ricadute economiche, sociali e ambientali. Dall’analisi dei 63 settori economici, a livello nazionale, il trasporto marittimo occupa infatti la 4a posizione nella graduatoria della capacità di produrre economia e occupazione, poichè è un settore con uno dei più alti moltiplicatori economici. Un’industria nella quale ogni euro investito ha la capacità di sviluppare un moltiplicatore pari a 2.97 euro.

E’ quanto emerso dal primo Rapporto Shipping Industry-Italia 2020, elaborato da Nomisma per conto di Assarmatori. Rapporto finalizzato a focalizzare l’attenzione sul contributo del trasporto marittimo al sistema Paese e presentato stamani durante il Webinar “Lavoro Marittimo e investimenti nello scenario post Covid”, organizzato da Conftrasporto-Confcommercio e Assarmatori. Evento, come anticipato da Corriere marittimo, a cui ha partecipato il ministro Enrico Giovannini.

 

Stefano Messina

 

Dal Rapporto è emerso un quadro di riferimento in cui la flotta dei traghetti e delle navi da crociera e dei marittimi italiani rappresentano il volano per una crescita dell’intera economia connessa al mare, “data la capacità di ogni posto di lavoro a bordo di generare tre posti di lavoro nell’economia di settore”. Ha detto il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, rilanciando i due temi centrali: l’allargamento del Registro e il supporto alla flotta dei traghetti.

Registro:
“La modifica del regime di aiuto al settore imposta dalla Commissione UE deve consentire, non solo la necessaria estensione dei benefici previsti dalla legge italiana sul Registro Internazionale alle navi che battono bandiere europee, ma anche un’equa, corretta e proporzionata distribuzione delle risorse, oggi troppo concentrate – ha sottolineato Messina – sul sostegno di aree ed attività̀ meno strategiche. La modifica imposta dall’Europa consentirà una forte crescita dell’occupazione dei marittimi italiani e la possibilità di investire sull’occupazione marittima in stagnazione da oltre dieci anni”.

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“In una visione globale se vogliamo maggiore occupazione non possiamo fermarci alla bandiera italiana, ma è necessario attrarre investitori esteri, e garantire che l’aiuto dello Stato sia investito nel paese anzichè all’estero”

Messina è poi tornato sul tema, già sostenuto con forza all’assemblea pubblica dell’associazione del novembre scorso, dell’enorme opportunità rappresentata dal Recovery Fund per agevolare gli investimenti che gli armatori italiani realizzeranno per la transizione energetica delle flotte impegnate nelle rotte di collegamento con le isole e sulle Autostrade del Mare, per l’impiego di mezzi che garantiscano la sostenibilità ambientale del trasporto.

“Il rapporto di Nomisma – ha detto il presidente di Assarmatori,- ha il pregio di quantificare non solo l’apporto delle nostre imprese al PIL del Paese, ma altresì il valore economico dell’investimento dello Stato per la salvaguardia dei lavoratori marittimi, il cui numero, con l’estensione del Registro Internazionale alle navi battenti bandiera UE, potrebbe tornare a crescere”.

 

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