LIVORNO– “Noi vogliamo riattivare i bacini, compatibilmente con le attività che stanno sorgendo in quell’area”. A dirlo è il segretario generale dell’Autorita portuale di Livorno, Massimo Provinciali, intervenendo durante la conferenza riguardante il Cantiere navale dei bacini di carenaggio, tenutasi nella sede della Circoscrizione n.1 del Comune di Livorno. “L’Autorità portuale non ha alcun interesse a cancellare il comparto dei bacini”, sottolinea Provinciali, “noi difendiamo il bando di gara pubblicato due giorni dopo l’approvazione del PRP e a quest’ora l’iter si sarebbe già concluso se non si fosse verificata la tragedia”.
La vicenda risale al 25 agosto 2015 quando la nave oceanografica Urania si trova nel bacino galleggiante Mediterraneo dello scalo toscano per lavori di manutenzione, quando un puntello cede inclinando la nave di una trentina di gradi e alcuni materiali cadono e travolgendo quattro membri dell’equipaggio. Gabriele Petrone, 39 anni, rimane ucciso nell’incidente, altri tre marittimi riportano gravi ferite. Ad oggi l’ostacolo al proseguimento della gara per l’affidamento della concessione rimane il sequestro del bacino, anche se la Procura probabilmente potrebbe arrivare al dissequestro qualora ci fosse un piano di recupero della struttura.
Provinciali spiega “il compendio dei bacini è sotto sequestro penale. Possiamo fare tutte le petizioni che vogliamo, le sottoscrivo anch’io se serve, ma a chi le indirizziamo, alla Procura della Repubblica? Questo è lo stato dei fatti”. Provinciali ha ricordato che dall’incidente non é trascorso un solo giorno in cui la pratica è rimasta ferma: “siamo in costante contatto con la Procura – ha detto il numero due dello scalo labronico – e siamo in attesa di conoscere la data in cui sarà possibile effettuare il sopralluogo limitatamente all’area in cui è attualmente appoggiata la nave, al fine di verificare l’entità e l’estensione dei danni. L’Autorità portuale non si nasconde dietro a un dito: siamo i primi interessati a voler riprendere la gara. Questo è l’unica verità” “chi vi dice altro – ha aggiunto Provinciali – o non conosce le cose, e allora sarebbe il caso che si informasse prima di creare delle false aspettative, oppure lo fa strumentalmente speculando sullo stato d’animo dei lavoratori, sobillando uno stato di malessere che non ha fondamento nei dati di fatto“.