SEOUL – Samsung Heavy Industries, il terzo più grande costruttore navale del mondo, ha annunciato un piano di vendita di azioni e ha subisce un crollo record alla borsa di Seoul. La società prevede che la domanda di nuove navi e progetti offshore continueranno a diminuire, pertanto questo spingerà in perdita la società quest’anno e il prossimo, rispetto alle stime prodotte dagli analisti che prevedevano utili.
“La caduta della domanda per ordini, perdite attese da alcuni contratti vinti quest’anno e l’aumento dei costi delle materie prime hanno portato la società a prevedere perdite per quest’anno e il prossimo. Ci aspettiamo un miglioramento della situazione nel 2019″.
Le cose sono quindi davvero peggiorate per Samsung Heavy e secondo i maggiori analisti del mercato e la causa sarebbe da ricercare nella lentezza con cui la società ha risposto alle condizioni di indebolimento del mercato e si prevede pertanto che per il 2018 non sarà bello per l’azienda.
I cantieri navali dalla Corea del Sud a Singapore hanno lottato per uscire dalle perdite dopo la crisi finanziaria globale, in un contesto di sovraccapacità a livello mondiale e di un crollo dei prezzi del petrolio che ha frenato la domanda di navi e piattaforme di perforazione offshore.
L’anno scorso è stato il peggiore per l’industria, con il crollo di Hanjin Shipping, tra le più grandi linee di container del mondo. I primi costruttori navali mondiali: Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering e Hyundai Heavy Industries in Corea del Sud che sono i maggiori concorrenti di Samsung Heavy, hanno subito anch’essi un contraccolpo che ha prodotto un ribasso delle quotazioni. Le azioni di Samsung Heavy sono scese del 29% per chiudere a 8.960 a Seoul, con un valore di mercato di circa 3,2 miliardi di dollari. Hyundai Heavy è diminuito del 6,2% e Daewoo Shipbuilding è sceso del 2,8%. Il ridimensionamento degli ordini di nuove navi a causa delle crescenti perdite ha aumentato la preoccupazione che le finanze dei tre costruttori navali coreani possano essere ulteriormente danneggiate. Prospettive cupe per l’industria cantieristica globale.