I porti italiani verso la Via della Seta

LIVORNO– Sulla questione cinese si agitano gli interessi globali.  Con il raddoppio del Canale di Suez nel 2015, il Mediterraneo ha assunto una nuova centralità per i traffici commerciali globali. La Cina ha già investito nel Mediterraneo con l’acquisizione del Pireo da parte di Cosco (China Ocean Shipping Company) nel 2016, tanto che il numero di container che il porto greco movimenta è passato da 500mila a 3,1 milioni. Ma nel possibile programma di espansione cinese nel Mare Nostrum  ci saranno altre acquisizioni. Forse il porto algerino di Cherchell, questo andrebbe a discapito dei porti italiani dell’Adriatico: Venezia, Trieste ma anche Ravenna che potrebbero vedersi sottrarre dei traffici. 

I porti italiani strategici per la Cina

Alle proiezioni cinesi nel Mediterraneo, corrisponde la candidatura italiana a proporsi ad avere un ruolo importante di ponte tra l’Europa e l’Oriente nella Via della Seta marittima. Il ministro Delrio all’inizio della settimana, nella recente visita a Genova in occasione degli Stati Generali individuava sul versante adriatico la centralità del porto di Trieste come ponte verso l’Europa centrale, in alternativa alla storica Venezia: “Dalla Cina si può raggiungere l’Europa anche via porti e non solo dal Pireo, anche da Trieste ed arrivare da qui al centro dell’Europa è più veloce”. In quella occasione inoltre il ministro approfondiva il concetto individuando sul versante Tirrenico la centralità dei porti liguri nelle strategie espansionistiche cinesi: “Gli operatori con la merce vogliono arrivare il più vicino possibile alla loro destinazione finale quindi i cinesi cercano oltre alla storica Venezia, anche un altro approdo che gli permetta di arrivare velocemente anche al sud Europa, quindi Genova e i porti liguri sono al centro del loro interesse. Ne abbiamo parlato anche quando abbiamo visitato con il presidente della Repubblica Mattarella il governo cinese. Ne abbiamo parlato più volte, anche io personalmente, mi pare che questa ipotesi si stia concretizzando”.

Non del tutto d’accordo Paolo Costa, già presidente dell’Autorità portuale di Venezia (dal 2008 al 2017) che nei gionni scorsi dalle colonne de il Corriere del Veneto, riportato anche su LinkedIn, rivendica per Venezia un ruolo strategico e primario sulle rotte della Via della Seta, non senza qualche polemica: “I cinesi hanno individuato Venezia come porto terminale occidentale della Via della seta marittima fin dal 2014. Lo hanno ribadito anche in apertura della Conferenza mondiale da loro organizzata a Pechino la settimana scorsa. Due linee bianche sulle loro mappe portano le supercontainer una a Rotterdam e l’altra dritta a Venezia. Ma l’Italia dalla politica portuale miope perché troppo attenta al mondo portuale di ieri stava facendo proporre Genova e Trieste. Solo il presidente del consiglio Gentiloni ha ricuperato con un “ma anche Venezia”. Il rischio è che non se ne faccia nulla. E tutto questo nel silenzio assordante dei veneziani, salvo il sindaco, e dei veneti che, peraltro, avrebbero da perdere poco più del resto del sistema produttivo italiano ed europeo.

A Livorno intanto i cinesi delle ferrovie governative, China Railways International Group, nei mesi scorsi avevano dichiarato l’intenzione di partecipare al bando per la progettazione e realizzazione del progetto Darsena Europa. Adesso la scadenza per la partecipazione ha subito uno slittamento di 4 mesi, fino alla data del 29 settembre. il Gruppo cinese ne è stato prontamente informato e forse attenderenno fino a settembre. O  forse no. Tempus fugit.

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