ILO, Dignità e rispetto del lavoro marittimo durante il Coronavirus – Nota dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

Marittimo ILO

Nel settore marittimo l’emergenza coronavirus ha gravemente compromesso il funzionamento della navigazione e ha influenzato il lavoro di quasi 2 milioni di marittimi in tutto il mondo. L’ILO, Organismo internazionale dell’ONU per il  lavoro, è intervenuto pubblicando un documento per garantire “dignità e rispetto” al lavoro marittimo durante il Coronavirus.

Lucia Nappi

GINEVRA – La pandemia del COVID-19 ha colpito tutti gli aspetti della vita delle persone dando origine ad una crisi globale che si è abbattuta sul mondo del lavoro. Nel settore marittimo, l’emergenza da coronavirus, ha gravemente compromesso il funzionamento della navigazione e ha influenzato il lavoro di quasi 2 milioni di marittimi in tutto il mondo.
Molti i governi, le organizzazioni dei marittimi e degli armatori che si sono rivolti all’Organizzazione Internazionale del Lavoro ILO – International Labour Office – per degli indirizzi su come affrontare le complessità dell’attuale crisi del lavoro nel settore marittimo, nel migliore dei modi e secondo standard internazionali,   e soprattutto nel rispetto della Convenzione internazionale sul lavoro marittimo MLC 2006 (Maritime Labour Convention) ovvero la Convenzione n. 186 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sottoscritta a Ginevra il 23 febbraio 2006.

ILO, di cosa si occupa:
L’ILO è l‘Organismo dell’ONU che si occupa di promuovere il  lavoro in forme dignitose e produttive in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. E’ inoltre l’organismo internazionale responsabile dell’adozione e dell’attuazione delle norme internazionali del lavoro. Forte dei suoi 186 Stati membri, l’ILO si prefigge di assicurare che le norme del lavoro siano rispettate sia nei principi che nella pratica.
L’ILO è l’unica agenzia dell’ONU con una struttura tripartita: i rappresentanti dei governi, degli imprenditori e dei lavoratori determinano congiuntamente le politiche ed i programmi dell’Organizzazione.

Nota Informativa ILO
Pertanto sulla questione del lavoro marittimo in relazione alla pandemia da coronavirus,  l’ILO è intervenuta pubblicando la “Nota informativa sui problemi del lavoro marittimo e del coronavirus (COVID-19)”- “Information note on maritime labour issues and coronavirus (COVID-19) (7 aprile 2020). Un documento che sia a garanzia del lavoro marittimo durante il Coronavirus.
L’approccio del documento è quello di voler garantire che tutti i paesi, indipendentemente dalle circostanze nazionali, possano interagire con un sistema legale internazionale e che gli obblighi internazionali siano rispettati ed attuati, per quanto possibile. Nel documento i governi sono quindi fortemente incoraggiati a consultare le organizzazioni nazionali dei marittimi e degli armatori al fine di affrontare una serie di problemi nell’attuale contesto creato dalla pandemia di COVID-19 e alla luce della Convenzione internazionale sul lavoro marittimo

Circostanze di forza maggiore
La Nota informativa spiega che, le circostanze attuali potrebbero rendere materialmente impossibile il rispetto di alcuni degli obblighi stabiliti nel MLC 2006. Queste circostanze potrebbero costituire casi di forza maggiore. La forza maggiore è “il verificarsi di una forza  impellente o di un evento imprevisto, al di fuori del controllo dello Stato, che crea circostanze alle quali è materialmente impossibile adempiere all’obbligo” e che giustifica l’inosservanza di tale obbligo.
Queste circostanze tuttavia  “non annullano o risolvono l’obbligo; piuttosto forniscono una giustificazione o una scusante per l’inadempimento mentre sussistono le circostanze in questione “e implicano che la conformità deve riprendere “non appena vengano meno i fattori che causano e giustificano l’inadempimento“. Ci deve essere un nesso causale tra l’impossibilità materiale e le circostanze impreviste. In breve, le parti coinvolte dovrebbero fare ogni tentativo per ottemperare ai propri obblighi ai sensi della MLC 2006.

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Sicurezza e salute dei marittimi
Ogni marittimo ha diritto a un posto di lavoro sicuro e conforme alle norme di sicurezza e alla protezione della salute, cure mediche, misure di welfare e altre forme di protezione sociale. Gli Stati di bandiera devono garantire, in particolare nel contesto della pandemia di COVID-19, e tenendo conto delle attuali carenze globali di alcune attrezzature mediche, che tutti i marittimi sulle navi che battono bandiera dispongano di misure adeguate per la protezione della loro salute – compresivi degli igenizzanti a base di alcol, con cui strofinare le mani, e i dispositivi di protezione individuale – e che abbiano accesso a cure mediche rapide e adeguate durante il lavoro a bordo. Poiché seconto quanto riferito al”l’Ufficio”ci sono state denunce di casi in cui i marittimi a bordo delle navi da crociera, non abbiano ricevuto la stessa protezione dei passeggeri.
Gli Stati di approdo devono garantire che i marittimi a bordo delle navi nel loro territorio e che necessitano di cure mediche urgenti, abbiano accesso alle strutture mediche di terra. Le misure eccezionali adottate da alcuni governi per contenere la pandemia di COVID-19 non possono essere invocate come una ragione valida per non ottemperare a questo obbligo internazionale.
I marittimi, gli armatori e le autorità marittime sono incoraggiati a fare riferimento alle considerazioni  dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) per la gestione di casi di COVID -19 a bordo delle navi. Questo documento contiene anche informazioni sulle misure da adottare prima di salire a bordo di una nave e di gestire i casi sospetti a bordo. E’ indispensabile che gli Stati membri facciano il possibilie affinchè alle navi vengano consegnate forniture mediche essenziali, carburante, acqua, pezzi di ricambio e disposizioni. È inquietante che alcuni porti del mondo abbiano rifiutato di consentire l’ingresso di alcune navi perché negli scali precedenti avevano toccato porti nelle zone colpite dal coronavirus, il che ha impedito alle navi di ottenere tali forniture essenziali. È anche estremamente allarmante ascoltare le notizie secondo cui, in alcune parti del mondo, ai fornitori è stato impedito di salire a bordo delle navi e di fornire maschere, tute e altri dispositivi di protezione individuale agli equipaggi. È essenziale che i marittimi abbiano accesso ad abbondanti forniture e attrezzature, in linea con l’International Medical Guide per le navi secondo le direttive dell’International Maritime Health Association,  dell’International Chamber of Shipping e dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Facilitazione del transito e del trasferimento dei marittimi e il loro rimpatrio
Due convenzioni dell’ILO affrontano l’importanza di facilitare il transito e il trasferimento dei marittimi.  In particolare sui documenti di identità dei marittimi. Gli Stati membri devono, nel più breve tempo possibile, autorizzare l’ingresso di marittimi nel proprio territorio. quando questi abbiano un documento di identità valido, un passaporto qualora sia richiesto, al fine di: (a) unirsi alla propria nave o trasferirsi su un’altra nave; (b) transito in transito per unirsi alla propria nave in un altro paese o per rimpatrio; o qualsiasi altro scopo approvato dalle autorità dello stao membro.
I marittimi hanno il diritto di essere rimpatriati senza alcun costo per loro stessi nelle circostanze e alle condizioni specificate nel Codice della Convenzione. Ciascun stato membro facilita il rimpatrio dei marittimi che prestano servizio sulle navi che fanno scalo nei propri porti o che attraversano le sue acque territoriali o interne, nonché la loro sostituzione a bordo. È fondamentale che il diritto dei marittimi di tornare a casa sia garantito durante la pandemia conformemente alle disposizioni della MLC 2006, fatta salva la necessità che le autorità competenti adottino misure proporzionate e specificamente adattate per ridurre al minimo il rischio di contagio.

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In seguito a divieti di viaggio, chiusure di frontiere e misure di quarantena, molti marittimi non possono viaggiare da e verso le navi. L’industria marittima ha invitato l’ILO e la comunità internazionale a garantire che, in queste circostanze senza precedenti, gli Stati membri assicurino che il flusso di beni essenziali, energia, cibo, medicine e molti altri prodotti non venga interrotto da misure che impediscono la sicurezza e movimento efficiente delle spedizioni marittime e dei marittimi che le gestiscono.

Le dichiarazioni:
Questa richiesta è stata recentemente confermata dal direttore generale dell’ILO, Guy Ryder, che ha invitato i governi a “assicurare che, in questi tempi difficili, i marittimi siano adeguatamente protetti dalla pandemia di COVID-19, abbiano accesso alle cure mediche e possano viaggiare da e verso le loro navi, se necessario, per continuare a svolgere il loro ruolo cruciale “.
Il Segretario generale dell’IMO, Kitack Lim, ha dichiarato a questo proposito che “In questi tempi difficili, la capacità dei servizi di navigazione e dei marittimi di consegnare beni vitali, compresi forniture mediche e prodotti alimentari, sarà fondamentale per rispondere a questa pandemia e alla fine superarla“. L’IMO ha recentemente pubblicato una circolare con l’elenco delle raccomandazioni per i governi e le autorità nazionali competenti sul tema facilitazione del commercio marittimo durante la pandemia di COVID-19.
Nella loro dichiarazione congiunta, gli ufficiali della STC hanno affrontato il problema del cambio di equipaggio durante la pandemia di COVID-19 e hanno indicato che: “I marittimi dovrebbero essere ufficialmente riconosciuti come lavoratori chiave e ottenere esenzioni da eventuali restrizioni di viaggio tali da consentire loro di sbarcare o imbarcarsi sulle loro navi e tornare a casa senza impedimenti, nel rispetto delle buone pratiche nel controllo delle infezioni“. “È importante che gli Stati membri riconoscano la necessità di un’industria altamente globalizzata come la navigazione, con la sua forza lavoro multinazionale, per essere in grado di intraprendere agevolmente il cambio degli equipaggi e il rimpatrio in tutto il mondo“.  “È fondamentale che i paesi di approvvigionamento del lavoro facilitino il ritorno a casa di quei marittimi che hanno completato i loro contratti e consentono ai marittimi di lasciare il loro paese di origine per unirsi alle loro navi, dopo un’adeguato controllo medico“.

 

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