Monti (Sogese): “Container, investe chi ha guadagnato molto dai noli altissimi”

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VIAGGIO NEL MONDO DEL CONTAINER – Intervista II° Parte

Integrazione e investimenti – Andrea Monti, Ceo SOGESE: «L’operatore deve fare un’operazione chirurgica quando compra, altrimenti rischia di trovarsi con degli asset che hanno valori di carico notevolmente superiore a quelle che sono le più rosee prospettive del valore di mercato».

Lucia Nappi

LIVORNO – Quale scenario si profila per i noli marittimi? Gli analisti intravedono una normalizzazione, qualcuno già a partire dal 2023 al traino del calo dei tassi spot, altri vedono un processo molto più lungo. Su questo ed altri temi interviene per Corriere marittimo il Ceo di SOGESE S.r.l., Andrea Monti, operatore nel noleggio e nella vendita di container e celle frigorifere a livello internazionale, con base in Italia, a Livorno, e attivo a livello nazionale con depositi di container.

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«Studiamo in maniera approfondita l’affidabilità del cliente» – spiega Monti – «perchè la maggior parte sono esteri, quindi non abbiamo la tutela legale domestica. In molti piani industriali dei nostri clienti leggiamo uno scenario di previsione “base”, cioè né troppo ottimistico e neppure troppo pessimistico. Nel quale si delinea nel 2023 un calo generale dei noli, addirittura del 50% rispetto al 2021-2022, ed un ulteriore calo del 30% negli anni a seguire. Fino ad una stabilizzazione che rimane più alta rispetto ai noli che vedevamo nel 2018-2019, ma fortemente allineata alle medie di lungo periodo.

Ciò avrà un impatto sul fatturato, non tanto sui volumi, delle società logistiche, questo è il motivo per cui molte compagnie di navigazione e società logistiche si stanno integrando, cioè per acquisire il controllo di altri servizi che possono contribuire a dare più marginalità, rispetto alla marginalità che dà il singolo nolo».

Andrea Monti

L’integrazione verticale avanza

«Integrazione nelle Ferrovie, servizi intermodali, operazioni doganali, servizi di trasporto terrestre, terminal portuali, depositi container, e qualcuno pensava anche nel trasporto cargo aereo. Prima o poi le tariffe che vediamo adesso si normalizzeranno e chi ha guadagnato da questa situazione generale di noli altissimi, ha disponibilità liquide per diversificare o integrarsi».

Oltre ai big si integrano anche i piccoli operatori

«Soprattutto nelle aree dove c’è necessità di un traffico regionalizzato e tanto feederaggio, la dimensione delle navi non deve essere necessariamente elevata. In queste regioni si sta sviluppando questo tipo di tendenza, non so quanto durerà, ma questo è il risultato».
«Fa parte dei veloci cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi. Gli investimenti che gli operatori sostengono sono ingenti, è necessario, anche per SOGESE, seguire molto da vicino le dinamiche del mercato a porsi molte domande per fare una scelta che sia consapevole, sebbene i rischi ci siano sempre».

Come è variato il prezzo medio di un container nuovo, uscito di fabbrica, dal periodo pre-pandemia ad oggi?

«Per i contenitori che circolano nel 90% dei traffici mondiali:
nel 2019: un 20 piedi costava sotto i 2.000 dollari e un 40 piedi circa 2.800/2.500 dollari
Il costo ha raggiunto il suo apice nel 2021: un 20 piedi è arrivato a costare 4.200-4.300 dollari e un 40 piedi tra 7.200/7.300 dollari
Oggi: un 20 piedi molto al di sotto dei 3.000 dollari e un 40 piedi tra 4.500 dollari.

Subire queste variazioni di prezzo ha un significato molto importante. Pertanto l’operatore deve fare un’operazione chirurgica quando compra, altrimenti rischia di trovarsi con degli asset che hanno valori di carico notevolmente superiore a quelle che sono le più rosee prospettive del valore di mercato».

I prezzi del noleggio dei contenitori?

«Variano in funzione dell’asset sottostante, è direttamente collegato al contratto che fai con il cliente. Ma quando esce dal contratto del cliente ha una sua rata di noleggio che è proporzionale al valore del contenitore in quel momento, ma non nel momento in cui è stato acquistato».

SOGESE, come si colloca nel mercato?

«Il vero cambiamento per la Sogese avviene nel 2015-2016, prima eravamo una realtà locale che non si affacciava al mercato internazionale, soprattutto alla parte armatoriale del container. Per ragioni storiche, prima di quella data avevamo sempre lavorato in Italia, soprattutto per il porto di Livorno. Successivamente sono nate altre opportunità, il mondo internazionale è pieno di opportunità ma anche pieno di rischi».

Come si affrontano i rischi?

«Sono rischi che non si gestiscono con ricorso ad avvocati o tribunali internazionali, ma si tratta di fiducia e cercando di capire bene con chi hai a che fare.
Dal 2015 – 2016 siamo dentro questo complesso mercato internazionale, del quale è necessario capire anche quali saranno le tendenze future, per cui è necessario analizzare e informarsi. Quest’anno SOGESE celebra il 40esimo anno di attività e successo dalla sua fondazione. In realtà Sogese è stata fondata nel 1980 ma, a causa della pandemia, abbiamo deciso di posticipare i festeggiamenti al 2022».

Investimenti fatti?

«Prevalentemente per il mercato domestico, per dare un servizio che fosse allineato alle aspettative del cliente. A livello domestico facciamo noleggio di celle frigorifere a supporto dell’industria alimentare, chimica e farmaceutica, solo indirettamente a supporto della logistica e della parte armatoriale. Le opzioni di servizi che devi garantire sono diverse da quelle che richiede l’armatore. Assistenza entro 24/ore, meccanismi di sorveglianza dei parametri della cella frigorifera da remoto, rilevazione a distanza di mal funzionamenti, allarmi, funzioni proprie di un servizio di noleggio».

Il dimensionamento è importante

«Ti devi dimensionare perché passi da avere ogni mese 300 contenitori fuori a noleggio, ad averne 500-600 al mese. Quindi in funzione di questo è necessario rivedere le funzioni di service, la struttura di manutenzione – riparazione e di assistenza ai clienti, per questo devi fare investimenti».

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