PALERMO – Nelle indagini della Procura di Palermo sulla scomparsa del peschereccio Nuova Iside, affondato a largo di San Vito Lo Capo il 12 maggio scorso e nel quale morirono i tre membri dell’equipaggio Matteo, Vito e Giuseppe Lo Iacono, si concretizza sempre più quella che finora era stata solo una ipotesi, ovvero che il peschereccio sarebbe affondato dopo la collisione con la petroliera Vulcanello.
Stamani la Guardia Costiera ha infatti arrestato Raffaele Brullo il rappresentante della società armatrice Augusta Due srl, proprietaria della nave Vulcanello, il comandante della motonave Gioacchino Costagliola e il terzo ufficiale di coperta Giuseppe Caratozzolo. I reati contestati vanno da: naufragio e omicidio colposo per il comandante e il terzo ufficiale, mentre nei confronti dell’armatore, posto ai domiciliari, è stato ipotizzato il reato di frode processuale e favoreggiamento personale.
La Procura di Palermo, il 15 giugno, poneva sotto sequestro nel porto di Augusta la petroliera “Vulcanello”. Le successive indagini hanno portato al sequestro della scatola nera della motonave e all’ispezione della carena. Nel corso delle indagini gli investigatori della Guardia Costiera hanno anche eseguito una serie di perquisizioni nella sede della società armatrice della Vulcanello che hanno consentito di accertare che lo scafo della nave era stato ripitturato dopo la collisione con il peschereccio.