VENEZIA – “Smart Ships: Tecnologie e problematiche associate” è il titolo dell’incontro promosso dall’International Propeller Club Port of Venice in collaborazione con Atena, l’Università di Trieste e con il Lloyd’s Register di Trieste, svoltosi presso Bologna Best Western Plus a Mestre.
Nel 2020 saranno operative le prime navi completamente autonome in ambito locale. Nel 2025 è previsto l’ingresso di navi autonome nello short-sea e addirittura entro il prossimo decennio questa tecnologia potrebbe interessare navi transoceaniche, cioè servizi a lungo raggio. Quindi navi automatizzate, poi semi autonome e successivamente completamente autonome, cioè senza equipaggio, quali saranno i cambiamenti introdotti da questi fenomeni nel mondo della sicurezza del trasporto, dell’ambiente, delle infrastrutture e strutture portuali, dell’economia in generale?
“Non è una visione a lungo termine”– ha sottolineato Massimo Bernardo, presidente del Club – “In questo contesto si stanno infatti bruciando i tempi perché si è capito che è una possibilità che – come hanno annunciato alcune importanti compagnie di navigazione – si potrà verificare, come ho detto, già nell’immediato futuro. Ma allora ci chiediamo perché andare in questa direzione quando non si conosce ancora la sostenibilità economica degli investimenti necessari a sviluppare tali tecnologie? “
“ La ragione è molto semplice ed è di carattere economico – ha spiegato il presidente di Atena Veneto Walter Prendin: “sembra che le navi autonome possano permettere un risparmio nei trasporti dell’ordine del 20 percento abbattendo i costi per il consumatore finale !! Sarà vero ? Basterà per fare il grande salto con le autonomous ships?”.
Secondo il comandante dell’Autorità Marittima del Veneto, ammiraglio Pietro Pellizzari – il fenomeno dal punto di vista della regolamentazione IMO rappresenterebbe un problema già a partire dalla classificazione. Le autonomous ship sono state infatti già classificate in 4 diversi gruppi: “quelle che adottano sistemi di assistenza remoti; – ha specificato l’ammiraglio- “quelle a controllo remoto con equipaggio a bordo; le unità a controllo remoto senza equipaggio; le navi completamente a guida autonoma” – altri problemi deriverebbero poi da “inadeguatezza del contesto legislativo, valore dei premi delle polizze rispetto a quelle oggi applicate su navi tradizionali, inoltre problemi legati ai cyber-risk, alle infrastrutture portuali e alle relazioni sindacali fino, dulcis in fundo, all’approvazione di una nuova normativa sovrannazionale per navigare oltre le acque territoriali di quello Stato che ne dovesse approvare la navigazione”.
“Smart ship:panoramica delle tecnologie chiave” è stato il tema trattato dal presidente di Atena Walter Prendin; “Digital ship and te cyber securety in the shipping sector” quello relazionato Paolo Scialla del Lloyd Register di Trieste- “Sviluppi recenti dei sistemi di supporto decisionale in falla” da Luca Braidotti dell’Università di Trieste e “Abbandono di una nave con il suo equipaggio a Titolo 2 della Convenzione MTL 2006 “ è stata la relazione di Paolo Siligato Ispettore per il nord Adriatico dell’International Transport Worker’s Federation.
Tra i numerosi interventi quelli dell’avvocato Marittimista Marco Seppi sugli aspetti legali e giuridici delle smart ships, del presidente dell’associazione Imprese di spedizione del Veneto e vice presidente di Fedespedi Andrea Scarpa e dei rappresentanti della Port Autority: Nava e Todesco.