Mission to Seafarers, l’organizzazione mondiale cristiana nata per l’assistenza e il supporto pratico, emotivo e spirituale degli equipaggi mercantili in tutto il mondo, ha pubblicato l’indagine Seafarer Happiness Index (SHI) che misura il livello medio di felicità e di benessere emotivo dei marittimi a bordo.
Questo studio viene condotto al fine di conoscere la qualità della vita emotiva dei marittimi durante i lunghi periodi di navigazione per mare, l’indice mette a fuoco gli aspetti fondamentali della vita di bordo, quelli che hanno un impatto sulla felicità o sull’infelicità quotidiana.
Questo studio viene condotto al fine di conoscere la qualità della vita emotiva dei marittimi durante i lunghi periodi di navigazione per mare, l’indice mette a fuoco gli aspetti fondamentali della vita di bordo, quelli che hanno un impatto sulla felicità o sull’infelicità quotidiana.
Le indagini vengono condotte tramite questionario compilato in forma anonima dagli interessati e diffuso su internet, al quale solo i marittimi imbarcati possono avere accesso.
Seafarer Happiness Index rappresenta quindi un importante feedback che fornisce agli armatori, le strategie per i miglioramenti necessari, ponendosi come obiettivo il miglioramento del lavoro e delle condizioni di vita dei marittimi a bordo, tale da aumentare le loro prestazioni ed evitare anche i potenziali incidenti.
Secondo lo studio nel quarto trimestre del 2017 viene registrato un livello di felicità pari al 6,25 su 10. I risultati 2017, se confrontati con quelli dello stesso periodo nelle due annualità precedenti (2016 e 2015) mettono in evidenza una tendenza al ribasso.
Le indagini condotte nel 2015 e nel 2016, riportavano infatti rispettivamente i livelli 6,46 e 6,41.
Seafarer Happiness Index rappresenta quindi un importante feedback che fornisce agli armatori, le strategie per i miglioramenti necessari, ponendosi come obiettivo il miglioramento del lavoro e delle condizioni di vita dei marittimi a bordo, tale da aumentare le loro prestazioni ed evitare anche i potenziali incidenti.
Secondo lo studio nel quarto trimestre del 2017 viene registrato un livello di felicità pari al 6,25 su 10. I risultati 2017, se confrontati con quelli dello stesso periodo nelle due annualità precedenti (2016 e 2015) mettono in evidenza una tendenza al ribasso.
Le indagini condotte nel 2015 e nel 2016, riportavano infatti rispettivamente i livelli 6,46 e 6,41.
Il gruppo più numeroso di intervistati, oltre il 40%, era tra i 25 ei 35 anni e quasi il 95% degli intervistati era di sesso maschile, il che rispecchia la composizione degli equipaggi imbarcati sulle navi mercantili.
Il maggior numero di intervistati provengono dal Sud-est asiatico (60%), seguito dal subcontinente indiano (40%) e poi dall’Europa occidentale (20%).
I marittimi imbarcati su navi portacontainer hanno rivelato un livello maggiore di felicità media, rispetto ai colleghi imbarcati sulle navi portarinfuse ed in ultimo sulle navi cisterna.
Il punteggio di felicità più basso è stato attribuito all’elemento che costituisce il carico di lavoro. La maggior parte degli intervistati ha manifestato l’insoddisfazione per la qualità del trattamento a bordo e la pressione che ricevono nell’affrontare le mansioni e i compiti richiesti in mare. Inoltre anche la percezione di ricevere un trattamento spersonalizzato. Le accuse peggiori sono attribuibili al fatto che sentono di essere trattati come “schiavi” o “bovini”, queste sono dichiarazioni elencate all’interno del rapporto.
Tra le altre questioni sollevate ci sono: la mancanza di servizi adeguati in alcuni porti per la gente di mare, la mancanza di connettività internet a bordo, il ristagno dei salari da parte delle società armatoriali, i problemi finanziari dei proprietari e dei noleggiatori, ed infine i bassi standard di preparazione dei cibi e il basso livello di igiene.