LIVORNO – La questione degli aiuti di Stato negli ultimi mesi è tornta in cima all’agenda della politica e degli armatori a causa della grave crisi finanziaria generata dalla pandemia da coronavirus abbattutasi sul mercato del trasporto marittimo di container.
Maersk
Sugli aiuti di Stato concessi ai liner asiatici – la sudcoreana HMM e la taiwanese Yang Ming – come riportato nelle settimane scorse da ShippingWatch – il Ceo di Maersk, Søren Skou, era stato molto esplicito dichiarando forte contrarietà il 13 maggio scorso, durante la conferenza stampa per la pubblicazione del primo rapporto trimestrale. “È assolutamente inaccettabile – diceva Skou – Le due compagnie di navigazione non hanno fatto soldi per dieci anni”, aggiungendo che la questione era di competenza della Commissione Europea. Ma nessun commento sugli aiuti di Stato concessi alla francese CMA CGM.
CMA CGM, credito di 10,05 miliardi di euro
Lo stato francese a fine marzo si è fatto garante per CMA CGM (per il 70%) del credito di 1,05 miliardi di euro erogati dal consorzio delle tre banche: Bnp Paribas, Hsbc France e Societe Generale. Una iniezione di liquidità per far fronte ad un forte calo dei traffici che la compagnia prevede che nel primo semestre dell’anno saranno circa del 10% sul 2019.
Danish Shipping
Se sulla questione francese non interviene Maersk tuttavia parla Danish Shipping, l’Associazione degli armatori danesi, che fa sapere per voce del direttore generale, Jacob K. Clasen, la propria contrarietà agli aiuti di Stato e sul caso CMA CGM: «E’ preoccupante che lo Stato francese intervenga e fornisca garanzia sui prestito ad una specifica compagnia, rischia di creare fenomeni di distorsione nel mercato» – inoltre sottolinea – «cruciale è che la garanzia sui prestiti statali non venga utilizzata per espandere la capacità, perché ciò potrebbe avere un effetto notevole sul mercato. Ovviamente terremo un occhio vigile a tale proposito » ha concluso Clasen.
I liner asiatici
Oltre ai sussidi statali concessi a Yang Ming e HMM, si aggiungerebbe alla lista anche la Pacific International Lines (PIL) in quanto lo Stato di Singapore starebbe per diventarne azionista, tramite la controllata Heliconia Capital Management.
Quindi sei su dieci tra i maggiori liner globali avrebbero chiesto aiuto ai rispettivi governi dall’inizio della pandemia. Poichè come rivelato su LinkedIn da Lars Jensen, CEO di Sea-Intelligence Consulting, oltre a PIL, le portacontainer in questione sarebbero: CMA CGM, Cosco, HMM, Evergreen e Yang Ming.
Hapag Lloyd, la più cauta
Sul tema degli aiuti di Stato era intervenuto nelle settimane scorse anche Rolf Habben Jansen, Ceo di Hapag Lloyd, come riportato da Corriere marittimo. Sebbene Jansen nel passato si era detto contrario alle sovvenzioni dei governi e al modo in cui possono creare condizioni di disparità nel mercato globale « la vicenda della compagnia francese potrebbe avere diverse eco» – «Preferiamo essere un po’ più cauti nei nostri commenti. Non credo sia positivo che i governi supportino le aziende. Ma credo anche che, oggi, non siamo in una situazione normale e ci sono molte industrie che possono sopravvivere solo perché i governi sono pronti a sostenerle ».
Lucia Nappi