Napoli – Al via stamani, 3 settembre, il Port&ShippingTech la due giorni di conferenze e dibattiti nell’ambito della Napoli Shipping Week, in svolgimento presso la Stazione Marittima di Napoli. Forum dedicato al confronto tra professionisti, operatori, rappresentanti delle istituzioni e della politica sulle innovazioni tecnologiche d’avanguardia, orientate a favorire lo sviluppo del sistema logistico e marittimo.
La prima sessione, istituzionale e geopolitica, sul tema “Italia Paese anfibio” ha preso in esame il bilanciamento tra Italia europea e Italia mediterranea. Tra i relatori che hanno dato vita al dibattito il segretario generale di Assarmatori, Alberto Rossi, che ha sottolineato l’importanza di una identità mediterranea per l’Europa, condividendo le preoccupazioni espresse, durante il keynote speech, da Emanuele Grimaldi, presidente International Chamber of Shipping (ICS) ma con una visione che si è focalizzata più sul Mediterraneo, quale traffico marittimo e mercato a sé stante che si differenzia rispetto a quello del Nord Europa.
Riferendosi al Nord Europa, Rossi ha sottolineato: «Dobbiamo proteggere le linee industriali che servono per la nostra industria marittima, carburanti come «Lng e biocarburanti» – «Dobbiamo difenderci dai tentativi di riportare il timone verso i carburanti sintetici» – metanolo, ammoniaca e idrogeno specifica – «che non sarà verosimilmente possibile stoccarli nei nostri porti che sono nelle città e quindi dobbiamo scartarla. La necessità è quella di «proteggere Lng e biocarburanti, adatti ai traffici di prossimità e alle Autostrade del mare, industria strategica per il Paese sia in termini di volumi, ma anche per le connessioni commerciali con il Nord Europa e «soprattutto il mercato più promettente per il futuro dell’italia che è il mercato africano».
Il momento delle scelte è questo:
L’AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) entro la fine dell’anno chiede di definire il quadro energetico nazionale per ciò che riguarda i carburanti marittimi. «Noi non siamo pronti a definire quello che sarà il menu energetico per il futuro, stiamo facendo degli studi, stiamo supportando le scelte del ministero».
Passaggio chiave per la definizione dei fondi dell’ETS è la pubblicazione non ancora avvenuta del decreto legislativo, sebbene approvato dal Consiglio dei ministri e, nel quale il 15% dei fondi è pertinenza del Mit e il 70% è del Mase .
Le 3 direttrici di spesa delle ETS: sono i carburanti alternativi, lo shift modale e il rinnovo delle flotte e degli impianti portuali.
I carburanti alternativi, soprattutto l’Lng: «l’aiuto che riceveranno i produttori deve essere riferito al mercato perché il differenziale di costo è importante, gli armatori devono essere messi in condizioni di coprire questo differenziale di costo, come previsto dalla legge, la direttiva ETS lo prevede espressamente».
Sul tema dello shift modale, Rossi ha tenuto specificare: «Finalmente ci saranno i fondi, noi dovremo difendere questo pacchetto perché è fondamentale. L’Italia è stato il primo paese in Europa ad affrontare il tema delle Autostrade del mare e il supporto a queste.
«Le nostre flotte sono moderne e performanti sotto il profilo della sicurezza, ha concluso il segretario generale di Assarmatori– «c’è uno sforzo ciclopico per una trasformazione di settori che sono per esempio quelle dello short sea, del piccolo cabotaggio per le isole, dove invece c’è la necessità di un rinnovamento e ci saranno i fondi e finalmente non ci sarà la limitazione territoriale europea per effettuare gli investimenti».