Navi a vela a zero emissioni per navigare sulle rotte commerciali globali trasportando merci e persone – Network internazionale di compagnie di navigazione sostenibili. E’ il progetto della compagnia armatoriale olandese EcoClipper, presentata dal Gruppo Giovani Armatori – Gavarone: “Business e green la cosa migliore è quando vanno a braccetto”.
Lucia Nappi
ROMA – Per migliaia di anni le navi a vela sono state l’unico mezzo per il trasporto delle merci e delle persone, con l’arrivo delle prime navi a vapore nel 1850 e successivamente le navi a motore, la vela esce definitivamente dalla scena del trasporto commerciale.
Negli anni 80 si iniziano a intravedere gli svantaggi dall’utilizzo dei combustibili fossili, ma per molto tempo è stata data poca attenzione a queste problematiche, negli ultimi 20-30 anni sempre più persone sono diventate sensibili alle questioni del cambiamento climatico.
Il Gruppo Giovani Armatori incontra EcoClipper
Oggi l’opinione pubblica è sempre più consapevole che il cambiamento climatico è il risultato diretto dell’uso dei combustibili fossili, questa accresciuta consapevolezza ha indotto, da una decina di anni, un gruppo di organizzazioni ed aziende principalmente del Nord Europa, a sperimentare nuove forme di trasporto marittimo a vela sia per le merci che per le persone.
Di questo si è parlato durante l’incontro digitale organizzato dal Gruppo Giovani Armatori, presieduto da Giacomo Gavarone, al quale è intervenuto Jorne Langelaan fondatore e Ceo di EcoClipper società olandese fondata nel 2018 che propone la realizzazione del progetto di un veliero “Sail Cargo e Sail Transport per il trasporto di merci e persone in tutto il mondo a emissioni zero.
Progetto replicabile nella realizzazione di un’intera flotta da impiegare sulle rotte internazionali, dando vita a servizi di linea per un nuovo sistema logistico di trasporto marittimo di merci e passeggeri a vela .
“C’è bisogno di coraggio per la transizione verso un ritorno alla vela nell’ambito del trasporto marittimo” – ha dichiarato il comandante Langelaan, già co- fondatore della compagnia di navigazione Fairtransport che ha ristrutturato e guidato una delle prime navi a vela per il trasporto di merci e persone, attorno al mondo, la Tres Hombres – “L’incontro con il Gruppo dei Giovani Armatori sottolinea la volontà di guardare al di là degli schemi, specialmente in un settore come quello dell’industria dell’armamento che è molto conservatrice” – “Nel passaggio tra navi a vela e navi a vapore, ci sono voluti circa 70 anni per equiparare il tonnellaggio delle due tipologie di navi e molti decenni per compiere la transizione tra energie diverse, ritengo che questo processo sarà speculare e succederà la stessa cosa anche nel futuro”.
“Come Gruppo Giovani Armatori” – ha specificato il presidente Gavarone, “siamo coinvolti nella grande sfida della decarbonizzazione delle flotte, tenendo sempre presente lo sviluppo di un’attività economica produttiva” – “La nostra generazione è chiamata ad essere sempre più sensibile ad aspetti green e di sostenibilità ambientale, non è qualcosa che possiamo ignorare iniziando a separare la mentalità etica da un’idea di business”.
Sostenibilità ambientale e shipping
“Una soluzione nell’ambito del trasporto marittimo green è la forza del vento”- ha rimarcato Langelaan – “Queste navi sono altamente sostenibili e in grado di raggiungere tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati a livello internazionale dall’Accordo di Parigi, obiettivi ripresi nel settore marittimo dall’IMO per la riduzione delle emissioni navali di CO2 di almeno il 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008.
E’ questo il principio che ha guidato EcoClipper – “Nel 2004 nascono i primi progetti di navi a vela per il trasporto commerciale e di persone”, racconta Langelaan – “nave pioniera è stata Tres Hombres, il bel brigantino costruito nel 1943, restaurato nel 2007, che dal 2009 opera nel trasporto marittimo a vela sulla rotta Europa-Caraibi per merci come: caffè, rum e cacao. La nave, per una lunghezza di 32 metri ha una capacità di 45 tonnellate “E’ per accrescere i successi raggiunti da Tres Hombre che nel 2018 abbiamo fondato EcoClipper”.
EcoClipper, il progetto
Una nave costruita per essere il prototipo di una flotta di navi a vela da carico, veloci e a zero emissioni. Un tre alberi a vele quadrate, per un totale di 976 mq2 di superficie velica, realizzato in legno e acciaio e totalmente privo di propulsione meccanica. Nel design esterno il progetto si ispira alla clipper olandese Noach, il veliero in assoluto più veloce mai costruito. La produzione di energia di bordo sarà prodotta da generatori a vento, pannelli solari ed eliche, oltre ad un sistema di riciclo delle acque. Gli interni prevedono due livelli di stive: quella inferiore dove potranno disporsi gli ospiti, i 12 passeggeri e 36 marittimi tirocinanti, tutti paganti, e quella superiore dedicata al carico multipurpose, in tutto 500 tonnellate di merce, ipotizzabili: spezie, cacao e rum.
Il prototipo insieme alla flotta di navi gemelle, sono state pensate per navigare sulle rotte commerciali globali: Atlantico, Pacifico, Europa e Asia. Spiega Langelaan – “Questa è una imbarcazione a vela ma all’avanguardia, sarà un esempio di massima sostenibilità e navigabilità per la creazione di una cultura dei trasporti etici e equo solidali”.
La mission
“Nella mission di EcoClipper pertanto la definizione di un network internazionale di compagnie di navigazione sostenibili, per la realizzazione di veri e propri servizi di linea per il trasporto di merce e passeggeri” – Per dare regolarità e continuità a questo tipo di logistica a emissioni zero sarà necessaria la presenza di una flotta di 50-60 navi, da qui la necessità di convogliare l’interesse di investitori, stakeholder, istituzioni, tale che si giunga alla realizzazione di un vero e proprio progetto logistico su ampia scala.
Per un costo finale di 9 milioni di euro e due anni circa per la sua costruzione il progetto della prima nave EcoClipper – offre opportunità di investimento – lo si legge il sito web della compagnia che per accelerare il processo di finanziamento della prima nave offre opportunità di investimenti, la possibilità di partecipare alla campagna di raccolta fondi, ma anticipa anche la la possibilità di navigare come passeggero o apprendista”.
Gavarone, confronto di prospettive
“E’ stato molto interessante vedere gli aspetti green da una prospettiva completamente diversa, – ha commentato Giacomo Gavarone – che non fosse la prospettiva a cui noi siamo soliti: propulsione ibrida, scrubber, Lng. Stiamo parlando, comunque, di navi che vanno per mare, il minimo comune denominatore è sempre quello.
Continua – “Abbiamo in comune la visione green del mondo, sebbene la nostra visione sia business oriented, perché oltre alla visione ecologica del mondo cerchiamo riscontri economici. Dovendo investire in un’attività, è logico che un imprenditore guardi a come il business. Ciò non esclude che business ed etica possano andare di pari passo”. “Ritengo che tutto il cluster marittimo potrebbe essere interessato a allo sviluppo di questo progetto, anche se nessuno si aspetta, compreso il Cap. Langelann, che tali unità possano competere con il trasporto marittimo tradizionale, dove sono possibili insuperabili economie di scala, credo che si possa tuttavia sviluppare un trasporto di nicchia, ad emissioni zero”.
Sulla sfida alla decarbonizzazione della flotta italiana, Gavarone interviene a margine dell’iniziativa per Corriere marittimo – “non posso che affiancarmi alle dichiarazioni di Confitarma auspicando ad una maggiore attenzione del governo per il trasporto marittimo e per tutta l’economia del mare che ruota intorno ad esso. Spesso si dimentica che lo shipping è responsabile di oltre il 90% delle merci che circolano nel mondo e che proprio le navi, in questi difficili mesi caratterizzati dalle restrizioni per la pandemia da Covid 19, hanno garantito a tutti i paesi del mondo gli approvvigionamenti essenziali, quali cibo, energia, medicine e, di recente anche i vaccini.
Inoltre, lo shipping è un’industria che ha dato prova di una enorme volontà di essere attenta alla sostenibilità ambientale, nei tempi e nei modi giusti, abbiamo mostrato grandissimo adattamento.
In particolare, l’armamento italiano persegue l’obiettivo di una flotta in chiave ambientale ed innovativa fin dagli anni ‘90, quando l’intera flotta di navi petroliere è stata rinnovata. Oggi, la flotta italiana è in prima fila verso la decarbonizzazione di tutte le attività industriali ed ha già realizzato ingenti investimenti in tecnologie innovative e impiego di combustibili meno dannosi per l’ambiente, come l’alimentazione attraverso batterie (quindi zero emissioni) durante le soste della nave in porto, l’utilizzo del GNL come combustibile alternativo e l’installazione di scrubber.
I trasporti via mare sono di per sé un’industria green, per quantità di merce trasportata ed emissioni prodotte, rispetto al trasporto via camion c’è una grossa differenza di economia di scala.
Nel 2050 l’industria marittima dovrà raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’IMO di ridurre le emissioni di gas serra del 50% rispetto al 2008: stiamo facendo già tantissimo, ma evidentemente le risorse finanziarie private non sono sufficienti a sostenere, da sole, ricerca e innovazione indispensabili per lo sviluppo di soluzioni “carbon free”.
Conclude – “Business e green la cosa migliore è quando vanno a braccetto e, questo è assolutamente possibile, ma abbiamo bisogno di una forte governance e di obiettivi, risorse e tempi di realizzazione adeguati, in un quadro giuridico internazionale che accompagni la transizione. È giusto che remiamo tutti dalla stessa parte, visto che parliamo di interesse mondiale”.