Wista Italy, Reccia: La crisi sparpaglia le carte, apre spazi a nuove occasioni – Intervista

Gabriella Reccia
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Le interviste di Wista Italy – Focus sulle professioniste dello shipping italiano. Chi sono e di cosa si occupano. Incontro con Gabriella Reccia, avvocato, general counsel responsabile dell’ufficio legale del Gruppo di Nova Marine Carriers SA.

LIVORNO – Apriamo Corriere marittimo alle interviste di Wista Italy, dando il via con oggi, ad una serie di “incontri e  conversazioni” con le donne del cluster marittimo italiano, socie di Wista. L’associazione in Italia che riunisce circa 60 donne attive nel settore marittimo, tra imprenditrici e professioniste. L’intervista di oggi è con Gabriella Reccia, avvocato marittimista, general counsel responsabile dell’ufficio legale del Gruppo di Nova Marine Carriers SA (gruppo Romeo/Duferco) con sede a Lugano, si occupa di nuove acquisizioni, M&A, joint-ventures, shipping finance e contenzioso marittimo. Reccia siede nel CdA di Wista Italy, referente per il settore Internazionalizzazione, curando i  rapporti internazionali e con le associazioni europee Wista, in tutto 16, che riuniscono 800 socie. L’intervista che segue è stata realizzata da Mariaceleste Lauro, armatrice e referente per la comunicazione di Wista Italy. Pubblichiamo un estratto dell’intervista che, tuttavia nei prossimi giorni, sarà disponibile in versione integrale nel sito Wista Italy.

INTERVISTA

di Mariaceleste Lauro

Gabriella Reccia, raccontaci come ti sei avvicinata al settore marittimo.
Per puro caso. Dopo la laurea, di una sola cosa ero certa: desideravo svolgere la libera professione ma in un settore che non fosse inflazionato o saturo. Pur amando profondamente il mare come tutti i napoletani, non avevo prima di allora alcuna particolare vocazione nè tradizione familiare legata ad esso.  Dopo gli studi, fui fortemente incoraggiata da un conoscente, un ingegnere navale, ad indirizzarmi verso il diritto marittimo. All’epoca, prima del 2008, il mercato faceva numeri oggi impensabili, tutto il comparto ne beneficiava e gli studi legali non facevano eccezione. Puntata la prua a destinazione, capii che dovevo mettermi le carte in regola e utilizzai il regalo di laurea dei miei genitori per iscrivermi ad un master in diritto marittimo alla Lloyds Maritime Academy di Londra. Feci, poi, una serie di colloqui nei pochi e noti studi di marittimisti partenopei, all’epoca profondamente restii ad aprirsi a chi non venisse dal settore, da sempre considerato un po’ di nicchia. L’avvocato Bruno Castaldo, forse esausto delle soluzioni che puntualmente offrivo ai suo molteplici ostacoli (col tempo ho capito che mi stava misurando) mi scrisse “prendo atto della Sua determinazione e propongo di iniziare un breve periodo di prova”.

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Come è cambiata la tua quotidianità professionale con l’inizio della pandemia?
Molto ma non necessariamente peggiorata, anzi. La mia azienda, di base a Lugano, è stata tra le prime a disporre, in maniera secondo me molto prudente ed eticamente coscenziosa, il remote working anticipando le misure prescritte con un certo ritardo dalle autorità cantonali. Si è, quindi, subito sviluppata una task force che si regge su nuovi equilibri e, devo dire, su un grande senso di responsabilità da parte di tutti i dipendenti. Mi sembra che sia venuta fuori una grande umanità e una voglia di condivisione tra colleghi che non mi aspettavo.

Sei anche mamma di due bambini. Come riesci a conciliare il tutto?
Per la verità il secondo dovrebbe nascere tra pochissimi giorni e la prima ha solo quindici mesi. Godendo di ottima salute, ho sempre lavorato fino all’ultimo giorno e ripreso il prima possible. Premetto che sono molto fortunata perchè ho un compagno presente, rispettoso delle mie scelte lavorative ed estremamente callaborativo. Ce la faccio con molta fatica; siamo oneste e non alimentiamo falsi miti da wonder woman. Con la fatica che fanno tutte le donne, ogni giorno, con incarichi di maggiore o minore responsabilità. Tuttavia, secondo me un segreto c’è e puo’ essere sintetizzato in: organizzazione, rigore, delega.

Tornando al filo conduttore Wista, qual è il valore aggiunto di una donna con responsabilità così importanti?
Non credo che una donna, per definizione di genere, apporti necessariamente un valore aggiunto. Ci sono donne e uomini capaci come donne e uomini mediocri. La differenza, facendo una similitudine con la maternità, sta nel fatto che le donne sono per natura create per generare – nel bene e nel male, s’intende – sanno coltivare , accogliere ed attendere e sono avvezze al sacrificio. Questo mix le rende potenti e questa potenza, il piu’ delle volte, spaventa.

Credi che ci siano ancora disparità importanti tra i due sessi nel settore marittimo?
Certamente ma dobbiamo guardare ai passi da gigante fatti negli ultimi vent’anni che sono incoraggianti. Lo shipping era per definizione un mondo maschile e maschilista dove l’unico elemento femminile era il nome delle navi spesso dedicato, appunto, alle mogli, figlie o madri che di tanto si sarebbero accontentate. Oggi ci sono donne pilota, ufficiali, qualche comandante e, come spesso accade in certi ambienti, quelle poche godono di un certo rispetto. La strada è ancora lunga e per questo associazioni come Wista sono indispensabili ma credo anche che molto dipenda da noi.  Penso, ad esempio, all’abuso che della maternità tante donne hanno fatto in passato soprattutto nel settore pubblico. Tutte gravidanze a rischio (!) ma non abbiamo considerato che il vero rischio che stavamo correndo era quello di essere destinate a stare ai margini e non poter concorrere per i ruoli apicali. Non è maschilismo ma una donna che, senza un vero e valido motivo, si assenta dal lavoro per un anno arreca un danno enorme all’azienda e ciò ha, piu’ o meno giustificatamente, alimentato le riserve mentali maschili.

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Come vedi il mondo dello shipping?
Lo shipping è sempre stato ciclico con picchi piu’ o meno significativi, lo sappiamo bene e vi siamo abituati. Ovviamente se si pensa di lucrare al massimo nei momenti aurei e si pretende di non perdere nei tempi di magra, si resta delusi. Ci sono stati operatori che, nei momenti di crisi, hanno gettato le basi per costruire colossi. Quando cambiano gli equilibri, le domande e le rotte, peraltro in maniera cosi’ repentina come è accaduto per l’attuale emergenza sanitaria, si sparigliano le carte e si aprono spazi a nuove occasioni. Abbiamo da pochi giorni preso in consegna in Cina la prima di una lunga serie di unità portarinfuse da 8mila tonnellate e, per quanto sia stato difficile gestire le operazioni a causa del Covid, dalla preparazione degli equipaggi all’ottenimento dei certificati per via consolare, ci sembra un segnale importante di ottimismo e di operatività. I clienti che, a causa o con l’alibi dell’emergenza, tentano di venir meno agli impegni non mancano ma se si ha la possibilità di offrire una certa flessibilità, le posizioni veramente critiche possono essere limitate. Diversamente rispetto ad altre emergenze sanitarie che pure hanno avuto effetti su alcuni traffici, penso per esempio al virus Ebola, la problematica è, stavolta, di natura globale, coinvolge veramente tutti e cio’ se da un lato puo’ destare ancora maggiore preoccupazione per le dimensioni del fenomeno, dall’altro pone un po’ tutti gli operatori nella stessa posizione.

Cosa rappresenta Wista Italy per te.
Wista è stata per me un sostegno, un impegno ed una fonte di ispirazione continua. All’ingresso del mio ufficio è esposto ben visibile un disegno di Luzzatti che facemmo preparare per il ventennale dell’Associazione. Tante donne, tutte diverse e colorate, che remano in una sola direzione, sulla stessa barca. Chi entra è, quindi, avvisato!

 

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