Nautica Italiana: Necessità delle Marine di sviluppo di un mercato interno – Confronto tra operatori, istituzioni, giuristi.
VIAREGGIO – “La nautica italiana riparte: Marine e territori a confronto”, è il titolo della tavola rotonda organizzatao da Nautica Italiana, in occasione della seconda edizione del Versilia Yachting Rendez-vous. svolta nella Sala convegni Darsena Italia L’incontro costituisce l’ultimo degli appuntamenti di alto profilo organizzati
L’incontro è nato per offrire la possibilità alle Marine di riportare le proprie necessità a Territori e Istituzioni, dando così sostegno e continuità al dialogo politico e legislativo tra questi enti protagonisti dello scenario nautico nazionale. Questo per mezzo di casi tecnici concreti e una contestualizzazione operativa vicina alle esperienze degli attori coinvolti nella quotidianità del nuovo Codice Nautico.
Introdotto da Matteo Italo Ratti, consigliere di presidenza di Nautica Italiana con delega al progetto Marine e Territori, e Marco Cappeddu, direttore Generale di Nautica Italiana, l’evento – moderato dall’avvocato Cristina Pozzi – ha visto gli interventi di Stefano Ciuoffo, assessore della Regione Toscana, e di Giovanni Calvelli, comandante della Capitaneria di Porto di Viareggio, la cui presenza ha consentito un focus sulla necessità di una connessione sempre più stretta tra porti turistici, regioni e comuni.
“L’appuntamento di oggi rappresenta un momento significativo di confronto e dialogo, che ha visto prendervi parte alcuni dei massimi esperti del settore” – ha affermato Matteo Italo Ratti – “Un’occasione fortemente e giustamente voluta da Nautica Italiana, il cui impegno ha permesso ad autorità, istituzioni e personalità presenti di condividere punti di vista e conoscenze su tematiche che toccano da vicino tutti gli attori coinvolti nel settore nautico.”
Hanno offerto la propria competenza al convegno, prendendovi parte in qualità di relatori del “Legal experts panel”, l’avvocato Flavia Pozzolini, presidente di Cala de’ Medici, l’avvocato Rodolfo Barsi, il commercialista Nicola Galleani D’Agliano, l’avvocato Roberto Longanesi Cattani e l’Ammiraglio della Capitaneria di Porto Stefano Porciani.
Per l’“Operators and best practices panel” sono intervenuti Alessandro Sartore di All Services, Giuseppe Pappalardo della Marina di Genova, Mario Pelegatti della Marina di Salivoli, Giancarlo Linari della Marina di Portofino, Antonio Bufalari di Marinedi Group e il Capitano di Vascello Angelo Zerilli.
La discussione ha preso l’avvio dai dati complessivi del 2017, che vedono il mercato domestico italiano (forte di circa 480.000 imbarcazioni immatricolate) registrare un’inflessione rispetto a quello estero, il cui valore percentuale si è attestato sull’85,9%. Il motivo risiede nell’offerta dei porti stranieri (come Francia, Croazia, Grecia e Montenegro), che garantiscono alle navi da diporto italiane infrastrutture meno moderne, ma più adeguate, e costi sostenibili.
Per il rilancio del mercato domestico sarebbe dunque auspicabile una giusta rispondenza da parte dei Territori: sia in termini qualitativi, offrendo ormeggi adeguati al tipo di prodotto, sia di sostenibilità economica, istituendo dei prezzi maggiormente competitivi. Il tutto unito a una maggiore certezza del diritto (ovvero della corretta applicazione delle direttive di carattere legislativo) e a un coordinamento nazionale delle varie strutture, teso a evitare competizioni interne.
A beneficiare di questi interventi non sarebbero solo i diretti interessati, ma il sistema Italia nel suo complesso: non solo perché lo Stato si ritroverebbe – a fine concessioni – con delle strutture più adeguate, ma soprattutto per l’incentivo garantito all’occupazione dallo stanziamento delle imbarcazioni sul territorio nazionale.
“Questa tavola rotonda ha voluto infondere un atteggiamento sinergico, fatto di condivisione e ascolto, nelle istituzioni come negli attori coinvolti – ha sostenuto Marco Cappeddu – Le conclusioni raccolte saranno portate all’attenzione delle istituzioni nazionali di settore, nell’ottica di una riforma normativa più ampia del comparto diportistico”.